La Sierra Leone, paese martoriato da anni di guerra civile, ha votato sabato 17 novembre per eleggere il nuovo Capo di Stato e il Parlamento. I candidati sono stati il Presidente uscente Ernest Bai Koroma (Congresso di tutto il popolo APC) contro altri 8 sfidanti e, soprattutto, Julius Maada Bio (Partito popolare della Sierra Leone - SLPP) che è stato un membro della giunta militare che governò il Parse dal 1992 al 1996.
Gli appelli al voto dei partiti politici ad evitare le tensioni della scorsa tornata elettorale sono stati accolti e il voto si è svolto in una atmosfera pacifica; sono state reclutate 70.000 persone dalla Commissione elettorale che hanno potuto garantire una gestione più organizzata e meno incline agli "errori".
Il tasso di partecipazione è stato alto, l'87,3%, ma si deve considerare che non tutti gli aventi diritto hanno votato in quanto bisognava registrarsi con un sistema biometrico: il tutto, ancora una volta, per evitare i brogli del 2007 dove alcuni villaggi avevano più votanti che abitanti.
Dalle urne è uscito vincitore il Presidente uscente Koroma con il 58,7% dei voti: si è atteso venerdì 23 Novembre per avere il risultato definitivo. Tutto bene quel che finisce bene?
Invece no: la commissione elettorale ha deciso di porre sotto sequestro il 10% delle schede elettorali per un riconteggio dovuto ad accuse di brogli.
L'ottimismo per l'ottima tornata, che ha anche avuto il plauso del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon, ha lasciato spazio a qualche tensione, subito stemperate dall'intervento dell'Arcivescovo di Freetown, monsignor Edward Tamba Charles, e dalle ambasciate del Regno Unito e degli Stati Uniti.
I risultati definitivi potrebbero arrivare dopo il termine fissato per legge (10 giorni dalla data delle elezioni) e il ballottaggio potrebbe esserci nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 55% delle preferenze.
Gli appelli al voto dei partiti politici ad evitare le tensioni della scorsa tornata elettorale sono stati accolti e il voto si è svolto in una atmosfera pacifica; sono state reclutate 70.000 persone dalla Commissione elettorale che hanno potuto garantire una gestione più organizzata e meno incline agli "errori".
Il tasso di partecipazione è stato alto, l'87,3%, ma si deve considerare che non tutti gli aventi diritto hanno votato in quanto bisognava registrarsi con un sistema biometrico: il tutto, ancora una volta, per evitare i brogli del 2007 dove alcuni villaggi avevano più votanti che abitanti.
Dalle urne è uscito vincitore il Presidente uscente Koroma con il 58,7% dei voti: si è atteso venerdì 23 Novembre per avere il risultato definitivo. Tutto bene quel che finisce bene?
Invece no: la commissione elettorale ha deciso di porre sotto sequestro il 10% delle schede elettorali per un riconteggio dovuto ad accuse di brogli.
L'ottimismo per l'ottima tornata, che ha anche avuto il plauso del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon, ha lasciato spazio a qualche tensione, subito stemperate dall'intervento dell'Arcivescovo di Freetown, monsignor Edward Tamba Charles, e dalle ambasciate del Regno Unito e degli Stati Uniti.
I risultati definitivi potrebbero arrivare dopo il termine fissato per legge (10 giorni dalla data delle elezioni) e il ballottaggio potrebbe esserci nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 55% delle preferenze.
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