giovedì 29 novembre 2012

Congo: i ribelli prendono Goma, in arrivo un'altra guerra civile?

E' notizia di questi giorni un deciso aumento delle tensioni in Congo che fanno presagire ad una ripresa fprte ed incalzante del conflitto civile che ha provocato tra il 1998 e il 2003 circa 6 milioni di morti.

L'evento di questi giorni è la presa da parte di un gruppo ribelle, detto M23, della città orientale di Goma, dopo lunghi e sanguinosi scontri: l'International Crisis Group rileva che sono state utilizzate le stesse tecniche che venivano utilizzate durante la guerra civile con le stesse tragiche conseguenze.
 
Veniamo ai fatti: il 15 Novembre, secondo fonti governative, il gruppo ribelle M23, col sostegno delle forze armate ruandesi, ha cominciato l'offensiva contro Goma, capitale del Nord Kivu, il tutto come diretta conseguenza della rottura del cessate il fuoco avvenuta il 25 luglio.
Ma quali sono le richieste? Il gruppo M23 parte da rivendicazioni territoriali: è impossibilitato al controllo delle risorse del territorio di Masisi, è stato limitato dalla chiusura del confine ugandese a Bunagana ed è stato colpito dalle sanzioni delle Nazioni Unite contro il leader Sultani Makenga; per questi motivi ha deciso di passare ai fatti per costringere il governo di Kabila a negoziare. Il 19 novembre, dopo che le trattative sono andate a vuoto, gli M23 hanno deciso per l'assalto definitivo a Goma, città difesa dalla Missione ONU (MONUSCO), scelta tattica per obbligare al ritiro l'esercito congolese dalla città e dall'aereoporto, la riapertura della frontiera di Bunangana e un processo negoziale che includesse l'opposizione non armata, la diaspora e pezzi della società civile; Kinshasa, invece, aveva intenzione di internazionalizzare la crisi per poter negoziare all'interno della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi con i Paesi limitrofi che presumibilmente sostengono gli M23.


Mentre i negoziati erano sul punto di cominciare a Goma, il presidente Kabila all'ultimo minuto ha rifiutato di riconoscere l'M23 come un interlocutore legittimo, e gli scontri sono scoppiati all'interno della città. I ribelli sono entrati a Goma il 20 novembre, costringendo l'esercito congolese a ritirarsi a Sake.

La nuova offensiva è una ripetizione tragica della minaccia di Laurent Nkunda del Conseil National de Défense du Peuple (CNDP) di prendere Goma nel 2008. Ancora una volta, la popolazione civile sta pagando un prezzo molto alto. Come nel 2008, le stesse cause potrebbe produrre gli stessi effetti: violazione dei diritti unami, esecuzioni extragiudiziali mirate contro attivisti avversi all'M23, onde d'urto della capitolazione di Kinshasa che aprirebbero un conflitto col Ruanda, screditamento dell'ONU.

Secondo l'ICG per evitare una implosione regionale, sono necessarie le seguenti azioni:

  • condanna esplicita da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dell'Unione africana (UA);
  • la leadership MONUSCO deve impegnarsi immediatament per cercare di negoziare e ottenere un cessate il fuoco formale, così come bisogna accelerare l'introduzione del meccanismo congiunto di verifica e il dispiegamento di una forza di interposizione;
  • sanzioni da parte dell'Unione europea (UE), del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e in particolare di Francia, Regno Unito e Stati Uniti, così come dell'Unione africana, non solo contro i leader della ribellione, ma anche contro i loro sostenitori esterni;
  • un'indagine da parte della Corte penale internazionale sulle azioni dei gruppi armati M23;
  • l'immediata costituzione di una missione d'inchiesta congiunta nella regione, che veda coinvolti l'Unione africana, l'Unione europea, il Belgio, il Sud Africa e gli inviati speciali degli Stati Uniti per i Grandi Laghi che possano determinare il miglior percorso che possa portare ad una soluzione di lungo termine di questa crisi.


La priorità immediata rimane quella di fermare i combattimenti in corso e proteggere i civili: si muoverà la comunità internazionale o rimarrà sempre la solita guerra dimenticata?

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