domenica 24 settembre 2017

La setta degli angeli di Andrea Camilleri

Un paese, la mafia sullo sfondo, la nobiltà nel mezzo... e poi una setta con teorie gnostiche, un avvocato dei poveri che è anche editore di un giornale locale: tutti questi ingredienti sono alla base de "La setta degli angeli", romanzo storico scritto da Andrea Camilleri e pubblicato da Sellerio nel 2011. Un'opera che può sembrare frutto di fantasia, ma che invece prende spunto da una storia vera: e questo aspetto rende ancora più interessante tutto il libro. La vicenda nasce dalle porte chiuse di due palazzi baronali che, per errore, vengono scambiati per appestati, causando un fuggi fuggi del paese, ma che alla fine si rivelano semplicemente a lutto perché le figlie dei due nobili proprietari risultano incinte. L'avvocato/giornalista Terenzi cercherà di svelare l'arcano grazie all'aiuto di un ufficiale dei carabinieri venuto dal Piemonte e scoprirà uno scandalo inimmaginabile. Il romanzo scorre bene, come tutti i romanzi di Camilleri, anche se a tratti risulta prevedibile, quasi lezioso. Il finale non è dei migliori e questo rende ancora più realistica la storia.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:
Vista l'ambientazione bucolica un pezzo di una toma di formaggio caprino sciolta su una bruschetta.

Racchiuso in una frase:

"Santo! Santo! Santo!" "Sfunnamo la porta di la chiesa!" "Pigliamo 'u santo"! "Purtamulu 'n processioni paisi paisi!" I sei carabbineri che avivano fatto cordone, accomenzaro a fari passi narrè. Il marisciallo Siabbarrà si vitti perso. Capace che se quelli arriniscivano a impatronirisi del catafero lo facivano subito a pezzi per pigliarisi 'na reliquia a testa. Senza pinsarici dù voti, scocciò il revorbaro e sparò tri colpi in aria. Scapparo tutti. Fatta cizzioni del raggiuneri Michele Orlando, ottantino, che ristò stinnicchiato al centro della chiazza stroncato da un sintòmo. (p. 168)

Edizione Utilizzata:
Andrea CAMILLERI, La setta degli angeli, Sellerio, Palermo 2011

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

Malacarne di Giosué Calaciura

Un libro che parla di mafia può non nominarla mai? È possile parlare dei mafiosi senza deificarli e senza bestializzarli di modo che noi ci sentiamo noi i belli e loro i brutti? Malacarne è questo e tanto altro. In un lungo monologo, Giosuè Calaciura ci avvolge nella cruda realtà del mondo mafioso, fatto di ricchezza e di nascondimento, di potere e di paura di morire. Minimo comune denominatore è la violenza, vera trama di questo monologo, che sporca tutte le pagine del libro. Banalizzata, ignorata, esaltata, ricercata: la violenza avvolge tutto e tutti in un vortice di morte. È un testo difficile, che colpisce allo stomaco e fa riflettere. Una scrittura superba, per un autore davvero dotato, anche se per i più potrebbe risultare tanto difficile da sembrare noioso.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:
La violenza a volte è nostalgica. I dolci di un tempo, che ormai si fa fatica a trovare, segno di un tempo che è passato e che manca nel presente.

Racchiuso in una frase:
E finalmente eravate voi ad acciuffarci, mettendoci le manette sulle mani giunte della nostra preghiera mistica, cogliendoci in ginocchio sui valloni delle montagne dove lo stesso San Pietro ci era apparso con tutta l'aureola e ci aveva concesso il gesto della sua assoluzione promettendoci quella degli uomini. Sfondavate a calci le porte di canna dei nostri ovili di clandestinità dove sui comodini, accanto ai giacigli di penitenza, trovavate i breviari con i salmi, le preghiere e le vite selvatiche dei santi. (p. 110)

Edizione Utilizzata:
Giosué CALACIURA, Malacarne, Baldini&Castoldi, Milano 1998

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.itamazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.itwww.abebooks.it)

(Recensione pubblicata su ilmegafono.eu)

mercoledì 20 settembre 2017

Un polpo alla gola di Zerocalcare

I ricordi di infanzia sono quelli più belli, quelli che ci fanno sorridere delle nostre bravate, che ci fanno pensare a un periodo della nostra vita senza preoccupazioni. L'infanzia è anche il momento in cui il nostro "io" si forma e ci permette di diventare ciò che siamo. Ne "Un polpo alla gola", prima graphic novel di Zerocalcare che raccoglie una storia lunga, il disegnatore romano ci porta nella sua infanzia tra giochi e sfide tipiche dei bambini. Gli stessi bambini, dopo qualche anno, si ritroveranno adulti, trasformati eppure uguali ai ragazzini di venti anni prima. Una storia tenera e commovente, con un finale inaspettato. I personaggi sono ben costruiti e il tratto del disegno inconfondibile, in pieno stile Zerocalcare. Le ambientazioni di Michele Rech sono semplici eppure familiari, la citazione finale di una canzone dell'Orchestraccia è la ciliegina sulla torta.

Giudizio: imperdibile

Se fosse un piatto:
Un plumcake allo yogurt, il dolce reso celeberrimo proprio da Zerocalcare

Racchiuso in una frase:

"prima la madre... poi il suo migliore amico, ora Alexandra, che dopo anni di fidanzamento lo pianta così. Per Stephan è un continuo abbandono" "Tuttovero, tuttogiusto. Rimane che è uno psicopatico. Uno psicopatico con una storia triste, tiè, te lo concedo" "Non essere presuntuoso Secco! Ti voglio vedere tra dieci anni! Ricorda: nessuno guarisce dalla propria infanzia!" (p. 81)

Edizione utilizzata:
ZEROCALCARE, Un polpo alla gola, BAO, Milano 2012

Dove si può trovare questo libro:
In tutte le librerie e online sui principali siti dove si possono acquistare libri (mondadoristore.it, ibs.it, amazon.it) e nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

Palmira di Maria Teresa Grassi

Qualche settimana fa è successa una cosa terribile: a Faragola, nei pressi di Ascoli Satriano (FG), un’area archeologica contenente i resti di una villa romana è stata vittima di un incendio, probabilmente doloso. Il giornalista Francesco Gasbarro ha paragonato questa distruzione a quella di Palmira: è proprio nella città siriana che voglio portarvi. Scritto dalla professoressa Maria Teresa Grassi, collega di Khaled al-As’ad, archeologo assassinato dai daesh, Palmira non è solo un libro che ci dà un’infarinatura sulla storia e sui resti di questa città, ma è un vero e proprio atto d’amore nei confronti di una meraviglia che oggi in buona parte è andata persa. Diviso in capitoli tematici, il testo della Grassi ci conduce agilmente tra le strade di Palmira, ripercorrendone le bellezze architettoniche e facendoci toccare con mano la vita giornaliera e la storia dell’antica città siriana. Anche se a volte si prolunga in descrizioni particolareggiate dei monumenti (è pur sempre un libro di archeologia!), Palmira risulta molto scorrevole, ricco di curiosità e di notizie. Un libro d’amore, contro chi distrugge la memoria dell’umanità, che ci dovrebbe insegnare a rimanere sempre con gli occhi aperti, in Siria come in Italia.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:
I palmireni amavano dare feste e banchetti: mi piace pensare che come dolce mangiassero un antenato del Bakhlava, tipico dolce siriano con formaggio e pistacchi.

Racchiuso in una frase:

Fino al 2015 a Palmira si potevano ammirare, splendidamente conservati, sia il tempio di Bel che quello di Baalshamin […]. Oggi non ci sono più, rasi al suolo e polverizzati da barbari in cerca dell’attenzione mediatica planetaria, puntualmente ottenuta. Ancora insieme, Bel e Baalshamin, ma in un drammatico scenario scenario di guerra e di distruzione. Più fortunati sono stati Aglibol e Malakbel […] che erano venerati in un “bosco sacro” o “giardino degli dei”, di cui ignoriamo finora la precisa localizzazione nel sito. Un albero lo rafigura, in forma abbreviata, nei rilievi dove i due dei si stringono la mano, Aglibol in vesti militari e Malakbel in abiti civili. Un’atra bella immagine di concordia, di pace, di convivenza, di tolleranza, così diversa e così lontana dagli scenari di odio, di incomprensione e di guerra a cui oggi tutti associamo immediatamente il nome di Palmira (p. 79)

Edizione Utilizzata:

Maria Teresa GRASSI, Palmira – Storie straordinarie dell’antica metropoli d’Oriente, ETS, Milano 2017

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it) e sul sito della casa editrice www.edizioniterrasanta.it

(Articolo pubblicato su www.ilmegafono.eu)

lunedì 11 settembre 2017

La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco di Andrea Marcolongo

Spesso leggo le classifiche dei best seller e, qualche tempo fa, l’occhio mi è caduto su “La lingua geniale – 9 ragioni per amare il greco”, un testo curioso per una classifica di questo tipo. Non avendo studiato il greco antico a scuola, mi sono approcciato a questo libro con grande curiosità e con lo spirito libero dalle fatiche di uno studente del liceo classico. L’autrice, Andrea Marcolongo, riesce, attraverso un saggio narrativo, a sviscerare con uno stile molto divulgativo i tratti distintivi della lingua di Aristotele, in un racconto appassionante e divertente. L’amore per il greco, la storia di un popolo attraverso la sua lingua, la grammatica come modo di pensare sono i tratti più caratteristici di questo testo. Per chi ama il greco, per chi l’ha odiato a scuola e per quelli digiuni come me: un libro adatto a tutti! Unico appunto: molte parole in greco sono lasciate lì, senza traslitterazione, e per chi non ha studiato il greco questo può risultare un po’ fastidioso.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:

Una insalata fresca con pomodoro, basilico e tzatziki, formaggio greco!

Racchiuso in una frase:


L’uomo, la donna. Il cielo la terra il mare. La bocca, il pensiero. L’albero, il frutto. Il greco antico aveva un modo intenso di dar volto al mondo. Un modo di valutare la natura miglia e miglia sotto la superficie delle cose. Oltre al genere femminile e maschile, gli stessi in cui scegliamo di dire la vita in italiano, il greco possedeva un genere in più: il neutro. L’opposizione non era fondata sui colori delle parole: rosa e azzurro, come fanno i bimbi, oppure qualcos’altro senza colore, magari bianco o nero. Nemmeno sul loro sesso: sennò quale sarebbe quello dei pensieri? La distinzione del greco antico era tra genere animato, maschile o femminile, e genere inanimato. Le cose della vita erano classificate grammaticalmente tra quelle con o senz’anima. (p. 48)

Edizione Utilizzata:

Andrea MARCOLONGO, La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco, Laterza, Bari-Roma 2016

Dove trovare il libro:
E’ facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell’usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

(Articolo pubblicato su www.ilmegafono.eu)

mercoledì 6 settembre 2017

La belva deve morire di Nicholas Blake

Sconosciuto ai più, Nicholas Blake, pseudonimo di Cecil Day Lewis, è stato uno degli autori più apprezzati e prolifici del filone giallo britannico dagli anni Trenta agli anni Sessanta. La belva deve morire è uno di quei romanzi che rendono i gialli vera letteratura. Strutturata in tre grandi parti, quest'opera è al tempo stesso epistolario, racconto in prima persona e racconto in terza persona. La scrittura brillante rende il romanzo snello e scorrevole: Blake riesce a ricreare momenti di suspence alternati a momenti di calma e di riflessione. Interessante anche la scelta di fare uno scrittore di gialli il protagonista della storia; questo permette a Blake di svelarci alcuni retroscena della scrittura dei romanzi gialli. La belva deve morire ha spunti filosofici interessanti e una trama davvero avvincente. Fino alla fine, l'intreccio è molto intricato e solo nelle ultime pagine viene risolto e si scopre l'assassino. Un libro straordinario, che però oggi è fuori catalogo: mi auguro che presto possa tornare nelle librerie!

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo:
Un bicchiere di Porto consumato dopo i pasti seduti in salotto.

Racchiuso in una frase:

Ho deciso di uccidere un uomo. Non so chi sia né dove viva, non ho nessuna idea di che tipo sia. Ma lo troverò e lo ucciderò. (p. 5)
Non sono disposto a scartare questa coincidenza come del tutto impossibile. Se un certo numero di scimmie avesse continuato a giocare per un certo numero di secoli con delle macchine per scrivere, avrebbe prodotto tutti i sonetti di Shakespeare: questa è una coincidenza straordinaria, tuttavia scientificamente possibile (p. 120)

Edizione Utilizzata:
Nicholas BLAKE, La belva deve morire, Mondadori - De Agostini, Novara 1991

Dove trovare il libro:
Come già scritto nella recensione attualmente risulta non disponibile nelle librerie.  E' facilmente reperibile nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

La banda Sacco di Andrea Camilleri

Una famiglia normale, onesta, composta da lavoratori instancabili, con persone che fanno di tutto per migliorarsi e per migliorare il mondo attorno, può diventare una famiglia di latitanti dediti, secondo molti, al brigantaggio? La risposta è sì se di mezzo c'è la mafia. Andrea Camilleri, in questo "western di cose nostre", ci racconta la saga della famiglia Sacco, diventata per tutti "La banda Sacco", da cui il titolo del libro. Una storia vera di lavoratori che, per dire no alla mafia, sono costretti a scappare e a diventare capri espiatori di tutti gli omicidi del paese. Il loro coraggio libererà per un breve periodo il paesino siciliano di Raffadali dalla mafia. Ma, vuoi la campagna di depistaggio dei mafiosi, vuoi la retorica fascista, i fratelli Sacco verranno contrastati come se fossero stati briganti. Una storia da gustare, una storia italiana.

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo:
Una torta al pistacchio... in fondo tutto è cominciato da questo frutto prezioso.

Racchiuso in una frase:

I Sacco hanno ormai raggiunto l'agiatezza. Se la sono sudata, ma non pensano di godirisilla e basta. Vanni ha autre idee in testa, vuole accattarisi almeno dù nuovi autobus e pigliarisi autre linee per i paìsi vicini. Ma c'era la mafia. (p. 22)

Edizione Utilizzata:
Andrea CAMILLERI, La banda Sacco, Sellerio, Palermo 2013

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

sabato 2 settembre 2017

La creatura del desiderio di Andrea Camilleri

Un amore struggente, un artista sopra le righe, un periodo storico, l'inizio del '900, nel quale si aveva cieca fiducia nelle infinite possibilità della tecnica: ecco gli ingredienti di questo romanzo, che è una ricostruzione storica e allo stesso tempo il racconto delle peripezie di un uomo tanto folle d'amore da impazzire. La creatura del desiderio ci mostra un insolito Andrea Camiller, che racconta la storia dell'artista Oskar Kokoschka. Una vicenda vera, dai contorni a tratti drammatici a tratti parossistici, che scava nel profondo dello spirito umano e che trova origine addirittura nei miti greci, come spiega lo stesso Camilleri. Un libro per chi è appassionato di arte, per chi ama le storie vere, ideale come lettura sotto l'ombrellone, in questo ultimo scorcio d'estate.

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo:
Una buona bottiglia di vino: dal sapore sublime può, però, distruggere e illudere la mente se bevuta da soli.

Racchiuso in una frase:

L'urlo di Oskar è così disumano da terrorizzare e fermare Jacob e Alfred che non si erano nemmeno accorti del suo arrivo. E nell'attimo di silenzio che segue al grido, Oskar sente distintamente la voce di Alma, quella voce particolare di colomba che le viene quando fa l'amore con lui. Dice: "Il mio corpo accoglie il tripudio degli uomini, la loro voglia balbettante che mi striscia intorno". Queste parole, e il tono di voce con cui sono state dette, lo devastano ancor più della scena che ha davanti agli occhi. (p. 127)

Edizione Utilizzata:
Andrea CAMILLERI, La creatura del desiderio, Skira, Ginevra-Milano 2013

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.itamazon.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.itwww.abebooks.it)

venerdì 1 settembre 2017

Avanti di Matteo Renzi

Una esperienza politica pluriennale, tre anni a Palazzo Chigi, una caduta dopo la sconfitta referendaria e, subito dopo, una vittoria alle primarie del Pd: questo è il racconto che Matteo Renzi ci fa in "Avanti. Perché l'Italia non si ferma". Un libro che è (più) diario e (meno) manifesto politico, dove gli ultimi anni vengono raccontati da un protagonista che rivendica le vittorie e riflette sulle sconfitte. Alcuni retroscena sono curiosi e, se veritieri (come senza dubbio sono), ci rivelano l'umanità del palazzo. Due episodi su tutti: l'accordo D'Alema/Berlusconi sul nome del Presidente della Repubblica e il diniego di Renzi che fa cadere il patto del Nazareno; e la diffidenza della Merkel, colpita dal Renzi "paladino della giustizia" e difensore dell'interesse nazionale contro la primazia tedesca. Il racconto è forse troppo in prima persona singolare e troppo poco in prima persona plurale. Inoltre, mi sarei aspettato una sezione programmatica più ampia, che invece consta solo di circa 20 pagine su 235. Consigliato per chi ama la politica, anche se non è renziano. Sconsigliatissimo agli altri. Usando un detto calcistico in voga tra i teen di oggi: "Bene ma non Benali"!

Giudizio: accettabile

Se fosse cibo:
Un gelato in memoria della celeberrima foto di Renzi/gelataio

Racchiuso in una frase:

Amo molto le occasioni di confronto con le persone più giovani di me. Mi piace provocarle, stimolarle, coinvolgerle. Dico che il Partito Democratico si scrive Pd ma non si tratta come un Pdf. E' dunque un file modificabile, sul quale si può - e si deve - lavorare. Dobbiamo cambiare, infatti. Cambiare organizzazione e cambiare linguaggio sono due condizioni cruciali per cambiare il paese. (p. 179)

Edizione Utilizzata:
Matteo RENZI, Avanti. Perché l'Italia non si ferma, Feltrinelli, Milano 2017

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, amazon.it, ibs.it).