venerdì 30 novembre 2012

Parlando della leopolda mi viene in mente... 30 Novembre - giornata per l'abolizione della pena di morte

Oggi vorrei cominciare parlandovi di una stazione... La Leopolda di Firenze: dopo una concessione governativa  nel 1897 e l'inizio dei lavori della ferrovia Firenze-Livorno del 1841, fu costruita la stazione una stazione capolina chiamata "Leopolda", dedicata al Granduca Leopoldo II di Toscana.

A molti farebbe pensare ai famosi "rottamatori" e alle primarie, a Renzi e Bersani e alla politica di questi giorni... a me invece fa pensare ad un antenato di Leopoldo II che... si chiamava come lui!

Ora direte: ma che ci vuoi fare il pippone sulla storia? Beh si... e vi parlerò di Pietro Leopoldo, detto anche egli Leopoldo II (del Sacro Romano Impero) che il 30 novembre del 1786 fu il primo che, con l'emanazione del nuovo codice penale toscano, tecnicamente Riforma criminale toscana o Leopoldina redatta dal giurista Pompeo Neri, sotto l'influenza di Cesare Beccaria, è stato il primo ad abolire la pena di morte dalle leggi dello Stato.
Da allora è tutto un susseguirsi di abolizioni: dalla Repubblica Romana nel 1849 passando per San Marino nel 1865 per arrivare all'abolizione del Regno d'Italia nel 1889 (eccetto per crimini di guerra e regicidio e comunque reintrodotta dal Codice Rocco del 1930 e alla abolizione definitiva nel 1948), fino a passare al Regno Unito che l'ha abolita negli anni sessanta del '900 e alla Francia nel 1981.

Ai nostri giorni l'unica area al mondo completamente libera dalla pena di morte è l'Europa: i 47 Stati membri del Consiglio d'Europa (leggere qui cos'è per non confondersi con altre istituzioni) hanno abolito la pena capitale oppure hanno introdotto una moratoria sulle esecuzioni, seguendo i dettami dei protocolli numero 6, adottato a seguito di un'iniziativa promossa dall'Assemblea parlamentare e volta all'abolizione della pena di morte in tempi di pace, adottata nell'aprile del 1983, e numero 13, del 2002, affermando che la prassi della pena di morte non è ammissibile in una società democratica.
Il CoE, inoltre, ha messo come condizione necessaria l'abolizione della perna di morte per aderire e, dal 1997, non vi sono sentenze in alcuno degli Stati membri
Il Consiglio ha reso l'abolizione della pena di morte un requisito indispensabile per aderire all'Organizzazione e ha allargato il suo raggio d'azione facendo rapporti anche sugli stati osservatori come Giappone e Stati Uniti.

Ultimo successo della campagna contro la pena di morte viene segnato il 18 dicembre 2007: dopo una campagna ventennale capeggiata dall'associazione Nessuno Tocchi Caino insieme ad Amnesty Internationa, alla Comunità di Sant'Egidio e al Partito Radicale Transnazionale, l'assemblea Generale dell'ONU approva una risoluzione che spinge affinché gli Stati sospendano l'esecuzione della pena capitale.

E' vero che oggi Cina, Stati Uniti ed Iran (giusto per citarne tre) continuano con questa pratica disumana, ma è vero anche che sempre di più il principio dell'abolizione della pena di morte si diffonde in maniera capillare e, forse, il giorno dell'abolizione definitiva non è poi così lontano... grazie Leopoldo!

giovedì 29 novembre 2012

Congo: i ribelli prendono Goma, in arrivo un'altra guerra civile?

E' notizia di questi giorni un deciso aumento delle tensioni in Congo che fanno presagire ad una ripresa fprte ed incalzante del conflitto civile che ha provocato tra il 1998 e il 2003 circa 6 milioni di morti.

L'evento di questi giorni è la presa da parte di un gruppo ribelle, detto M23, della città orientale di Goma, dopo lunghi e sanguinosi scontri: l'International Crisis Group rileva che sono state utilizzate le stesse tecniche che venivano utilizzate durante la guerra civile con le stesse tragiche conseguenze.
 
Veniamo ai fatti: il 15 Novembre, secondo fonti governative, il gruppo ribelle M23, col sostegno delle forze armate ruandesi, ha cominciato l'offensiva contro Goma, capitale del Nord Kivu, il tutto come diretta conseguenza della rottura del cessate il fuoco avvenuta il 25 luglio.
Ma quali sono le richieste? Il gruppo M23 parte da rivendicazioni territoriali: è impossibilitato al controllo delle risorse del territorio di Masisi, è stato limitato dalla chiusura del confine ugandese a Bunagana ed è stato colpito dalle sanzioni delle Nazioni Unite contro il leader Sultani Makenga; per questi motivi ha deciso di passare ai fatti per costringere il governo di Kabila a negoziare. Il 19 novembre, dopo che le trattative sono andate a vuoto, gli M23 hanno deciso per l'assalto definitivo a Goma, città difesa dalla Missione ONU (MONUSCO), scelta tattica per obbligare al ritiro l'esercito congolese dalla città e dall'aereoporto, la riapertura della frontiera di Bunangana e un processo negoziale che includesse l'opposizione non armata, la diaspora e pezzi della società civile; Kinshasa, invece, aveva intenzione di internazionalizzare la crisi per poter negoziare all'interno della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi con i Paesi limitrofi che presumibilmente sostengono gli M23.


Mentre i negoziati erano sul punto di cominciare a Goma, il presidente Kabila all'ultimo minuto ha rifiutato di riconoscere l'M23 come un interlocutore legittimo, e gli scontri sono scoppiati all'interno della città. I ribelli sono entrati a Goma il 20 novembre, costringendo l'esercito congolese a ritirarsi a Sake.

La nuova offensiva è una ripetizione tragica della minaccia di Laurent Nkunda del Conseil National de Défense du Peuple (CNDP) di prendere Goma nel 2008. Ancora una volta, la popolazione civile sta pagando un prezzo molto alto. Come nel 2008, le stesse cause potrebbe produrre gli stessi effetti: violazione dei diritti unami, esecuzioni extragiudiziali mirate contro attivisti avversi all'M23, onde d'urto della capitolazione di Kinshasa che aprirebbero un conflitto col Ruanda, screditamento dell'ONU.

Secondo l'ICG per evitare una implosione regionale, sono necessarie le seguenti azioni:

  • condanna esplicita da parte del Consiglio di sicurezza dell'ONU e dell'Unione africana (UA);
  • la leadership MONUSCO deve impegnarsi immediatament per cercare di negoziare e ottenere un cessate il fuoco formale, così come bisogna accelerare l'introduzione del meccanismo congiunto di verifica e il dispiegamento di una forza di interposizione;
  • sanzioni da parte dell'Unione europea (UE), del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e in particolare di Francia, Regno Unito e Stati Uniti, così come dell'Unione africana, non solo contro i leader della ribellione, ma anche contro i loro sostenitori esterni;
  • un'indagine da parte della Corte penale internazionale sulle azioni dei gruppi armati M23;
  • l'immediata costituzione di una missione d'inchiesta congiunta nella regione, che veda coinvolti l'Unione africana, l'Unione europea, il Belgio, il Sud Africa e gli inviati speciali degli Stati Uniti per i Grandi Laghi che possano determinare il miglior percorso che possa portare ad una soluzione di lungo termine di questa crisi.


La priorità immediata rimane quella di fermare i combattimenti in corso e proteggere i civili: si muoverà la comunità internazionale o rimarrà sempre la solita guerra dimenticata?

martedì 27 novembre 2012

"Sconvocati" di Marco Severo

A che pro consigliare un libro che parla di Parma a chi mi legge e magari vive a Padova o a Foggia? Almeno per tre motivi:
1- è un libro ben documentato, ricco di particolari, tecnico ma non noioso, che ci prende per mano e ci porta attraverso quindici anni (focalizzandosi sugli ultimi) di amministrazione di una città piccola eppure ricca e ambiziosa che, con strumenti legislativi "particolari", si è ritrovata con un debito molto più grande delle sue spalle;
2- Parma è l'emblema portato all'ennesima potenza di una amministrazione giovanilistica e berlusconiana, la cosiddetta "Goldrake Generation", fatta da un ex PR di discoteca diventato Sindaco, con un apparato comunicativo sproporzionato, con l'immagine al primo posto;
3- Credo che per cominciare a capire cosa ci riserverebbe un Governo 5 stelle bisogna cominciare a vedere il Comune più importante nel quale governano e, quindi, Parma... e per capire le scelte che stanno facendo bisogna capire la storia di questo Comune e da dove sono partiti.
Marco Severo, collaboratore di Repubblica, ci accompagna attraverso un bel excursus tra esternalizzazione del debito, ponti inutili, multiutilities, vigili (o meglio comandante dei vigili) disonesti il tutto in salsa di imprenditoria locale, politica/immagine e politica visionaria.
In appendice (per gli amanti dei tecnicismi) un saggio di Marco Adorni e Michele Guareschi dal titolo eloquente: "Il capitalismo del futuro anteriore. Il caso Parma"
E poi: volete scoprire o no perché si chiama "Sconvocati"?

Giudizio personale
Il libro a mio avviso è scritto molto bene e, anche per chi non conosce bene le realtà e i protagonisti della vita politica ed economica parmigiana, può risultare utile come manuale di lettura per le dinamiche di molte città italiane, un manuale di come più o meno legalmente si può amministrare in maniera totalmente dissennata, senza tener conto degli interessi della comunità, e favorire gli interessi dei pochi.
Da leggere per vegliare sulle nostre amminisarazioni e per evitare che in futuro vengano fatti gli stessi errori.

Citazioni
Troppo temerari i propositi politici, troppo alta la posta in gioco messa sul tavolo del sindaco, troppe mani si protendono verso l'impeccabile giacca di Vignali. Nell'estate 2011 la sorte riconsegnerà sotto forma di striscione beffardo, con una frase in dialetto parmigiano vergata da un manifestante , quanto finora il sindaco pop e i suoi collaboratori hanno propinato alla cittadinanza sul fronte mediatico: "Forsi cme sinndich l'era mej George Michael" (p. 36)
"ad essere andato in crisi sono stati il concetto stesso e la natura costituzionale del Comune inteso come istituzione deputata alla gestione degli interessi di tutti: il Comune rappresenta la cosa pubblica ed ha tra le sue funzioni proprio quella di impedire gli assalti dell'interesse singolare. A Parma però in questi anni è accaduto esattamente il contrario, questa è secondo me la questione di fondo insieme a quella della forma partito, della partitocrazia ormai scollata dalla società civile e che richiede innanzitutto la rifondazione di un patto di rappresentanza" (Quintavalla) (p. 105-106)
C'era una volta la favola dell'ottimizzazione della produzione, dello sviluppo rapido, dei miracoli e del benessere materiale, del paese del Bengodi raggiunto finalmente grazie alla corsia preferenziale delle società partecipate, corsia divenuta col tempo discarica del debito e serbatoio da cui attingere denari. (p. 236)
La creazione dei mostri giuridici di spa chiamate a operare in nome dell'interesse generale, è consentita dall'ordinamento italiano ed europeo. Ma è proprio qui, allora, il problema. Il problema è la natura di quel modello. Questa analisi assime, dunque, immediatamente, una dimensione politica nella misura in cui s'incarica di fornire quegli strumenti teorici e di conoscenza necessari ad avere coscienza della necessità di difendere i beni comuni materiali (suolo, acqua, aria, denaro pubblico) e il comune dei beni comuni: una democrazia autentica, quella della partecipazione - equa, libera e diretta - alle decisioni collettive. (p. 245)
Edizione utilizzata
Marco Severo (con un saggio di Marco Adorni e Michele Guareschi), Sconvocati - Le tangenti, la rivolta, la crisi del sistema Parma, Fedelo's Editrice, Parma 2012

Dove si può trovare questo libro:Non credo sia facilissimo trovarlo al di fuori di Parma quindi bisogna ordinarlo in una libreria e aspettare un po'... Oppure potete ordinarlo su Amazon  o su IBS. Potete scrivere anche direttamente alla casa editrice cliccando qui.

lunedì 26 novembre 2012

Sierra Leone, elezioni tranquille e regolari... forse

La Sierra Leone, paese martoriato da anni di guerra civile, ha votato sabato 17 novembre per eleggere il nuovo Capo di Stato e il Parlamento. I candidati sono stati il Presidente uscente Ernest Bai Koroma (Congresso di tutto il popolo APC) contro altri 8 sfidanti e, soprattutto, Julius Maada Bio (Partito popolare della Sierra Leone - SLPP) che è stato un membro della giunta militare che governò il Parse dal 1992 al 1996.

Gli appelli al voto dei partiti politici ad evitare le tensioni della scorsa tornata elettorale sono stati accolti e il voto si è svolto in una atmosfera pacifica; sono state reclutate 70.000 persone dalla Commissione elettorale che hanno potuto garantire una gestione più organizzata e meno incline agli "errori".
Il tasso di partecipazione è stato alto, l'87,3%, ma si deve considerare che non tutti gli aventi diritto hanno votato in quanto bisognava registrarsi con un sistema biometrico: il tutto, ancora una volta, per evitare i brogli del 2007 dove alcuni villaggi avevano più votanti che abitanti.
Dalle urne è uscito vincitore il Presidente uscente Koroma con il 58,7% dei voti: si è atteso venerdì 23 Novembre per avere il risultato definitivo. Tutto bene quel che finisce bene?
Invece no: la commissione elettorale ha deciso di porre sotto sequestro il 10% delle schede elettorali per un riconteggio dovuto ad accuse di brogli. 

L'ottimismo per l'ottima tornata, che ha anche avuto il plauso del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon, ha lasciato spazio a qualche tensione, subito stemperate dall'intervento dell'Arcivescovo di Freetown, monsignor Edward Tamba Charles, e dalle ambasciate del Regno Unito e degli Stati Uniti.
I risultati definitivi potrebbero arrivare dopo il termine fissato per legge (10 giorni dalla data delle elezioni) e il ballottaggio potrebbe esserci nel caso in cui nessuno dei candidati superi il 55% delle preferenze.

venerdì 23 novembre 2012

"Il cane giallo" di Georges Simenon

Oggi affronto uno dei libri "classici" del giallo: scritto nel 1931 è il sesto romanzo con il Commissario Maigret, protagonista amato dai cultori del genere. Personaggio particolare, Maigret ebbe subito successo per il suo carattere schivo, lontano dagli stereotipi del tempo che volevano i vari protagonisti come dandy londinesi o duri picchiatori. Protagonista di 76 romanzi e 26 racconti, Maigret in questo libro da il meglio di se e gli ingredienti non mancano: cittadina piccola dove si conoscono tutti, una persona che sbaglia strada perché ubriaca e viene uccisa, un cane spelacchiato che appare e sembra essere presente su ogni scena del crimine e una borghesia con qualche scheletro nell'armadio. Il Commissario è una persona normale, con i suoi vizi e le sue virtù, ma riesce a diradare la nebbia del mistero portandoci alla conclusione.

Giudizio personale
Simenon riesce a costruire un immaginario della provincia francese tra i migliori nella letteratura novecentesca: descrizioni mai banali, costruzioni dei personaggi brevi ma precise, non si abbandona a clichés o a escamotages narrativi semplici. Scritto bene, ottimamente tradotto, per chi ama il genere è davvero una pietra miliare da non mancare di leggere (Subito dopo il Mastino dei Baskerville di Conan Doyle e i Dieci Piccoli indiani di Agatha Cristhie). Consigliatissimo!

Citazioni
L'ispettore Leroy aveva venticinque anni e sembrava più un ragazzo di buona famiglia che un ispettore di polizia. Era fresco di studi, e quello era il suo primo caso. Già da un po' osservava Maigret con aria sgomenta, cercando di attirare la sua attenzione senza dare nell'occhio. Alla fine gli bisbigliò, arrossendo: "Mi scusi, commissario... Ma... le impronte..." E certo pensò che il suo capo fosse della vecchia scuola e ignorasse il valore delle investigazioni scientifiche, perché Maigret, tirando una boccata dalla pipa, buttò lì: "Se proprio vuole..." (p. 19)
Fuori era notte fonda, con un raggio di luna che, anziché rischiararlo, accentuava l'aspetto romantico di quel cielo carico di nuvole pesanti. E quel fango che restava immancabilmente appiccicato alle scarpe, perché a Concarneau non esistono ancora strade lastricate! (p. 49)
Edizione utilizzata
Georges Simenon, Il cane giallo, Traduzione di Marina Verna, La biblioteca di Repubblica, pubblicato su licenza di Adelphi, Milano 2004

Dove si può trovare questo libro:
E' uno dei classici della letteratura del giallo e, quindi, lo troverete facilmente in ogni libreria ben fornita. In alternativa potreste utilizzare siti come IBS o Amazon

giovedì 22 novembre 2012

"Arrivo al ballottaggio e vinco le primarie" Nichi Vendola ospite di 10 minuti da Pecora, Radio 2

Estratto dell'intervista di Nichi Vendola a 10 minuti da Pecora, Radio2, programma condotto da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro in onda dal lunedì al venerdì alle 13:40

(per ascoltarlo clicca qui per scaricarlo clicca qui)

[...]
Senti Nichi non dici più "narrazione", ci contavamo molto. E' un po' che non lo dici, è del 9 novembre l'ultima dichiarazione ufficiale con "narrazione"
Guardi "narrazione" soltanto in un Paese provinciale come l'Italia poteva diventare oggetto di una polemica. Io faccio fatica ad immaginare che in qualunque parte del mondo si possa far politica, cioè si possa far ragionare su come si vive, su come viene organizzata la società, che oggetti bisogna scegliere e sui quali investire, senza una visione, senza affidare al proprio Paese una missione, senza una "narrazione"

L'ha detto! Però è vero che ha smesso di dirlo...
Ho praticato un  po' di astinenza

Narrazione a parte: tu non è che parli facilissimo... Rappresenti la parte più semplice del popolo italiano, l'operaio, il contadino, il povero, il debole, però gli parli in maniera un po' difficile; mi ricordi un po' Bertinotti
Contemporaneamente vengo accusato di essere populista ed elitario: una delle due è di troppo perché o sono populista oppure sono elitario...

Ti senti più populista o elitario?
Io penso che una delle modalità per cambiare questo Paese è tornare ad arricchire il vocabolario della vita pubblica che si è impoverito, si è involgarito, si è degradato. Penso che quando Don Lorenzo Milani ammoniva sul fatto che gli sfruttati restano sfruttati perché usano soltanto dieci parole e gli sfruttatori sono sfruttatori perché conoscono cento parole [avesse ragione]: la storia del novecento è stata dare le novanta parole che mancavano a quella platea di sfruttati perché potessero guadagnare emancipazione, libertà...

Secondo te siamo ancora a 10 vs 100?

Oggi il rischio, con il digital divide, cioè con gli analfabeti informatici, è che cresca la differenza tra chi sa e chi non sa e il potere ha molto a che fare con il sapere

[...]

Ti sei registrato alle primarie?
Si mi sono registrato

Dove?
A Terlizzi, al paese mio

E' vero che ti chiamano il Majakovskij di Terlizzi?
No... Quello che diceva: "Battete in marcia il calpestio delle rivolte"... Non Majakovskij perché l'epilogo della sua vita non mi ispira molto: si è suicidato lasciando un bigliettino con su scritto "Non fate troppi pettegolezzi"

Lei voterà alle primarie e voterà per se stesso?
Immagino che voterò per Vendola perché mi ha abbastanza convinto, mi ha emozionato in questi pochi giorni di campagna elettorale che ha fatto.

Si piace...
Non tanto mi piaccio, mi piace la gente a cui piaccio

[...]

Che cosa ricordi di questo meraviglioso incontro tutti e cinque li in fila all' Xfactor?
Intanto ho trascorso la notte a vedere le puntate di Xfactor per provare ad ambientarmi e mi sono anche abbastanza divertito

Chi le è piaciuto, in chi si è rivisto?
Speravo di avere Morgan nel pubblico. Devo dire che sono arrivato a quella contesa con la febbre alta, imbottito di antibiotici (questa è la ragione per cui sudavo) e con un elemento per me drammatico, l'elemento su cui più vengo sfottuto: il cronometro che era come vedere il patibolo per me.

[...]

Ma non si è preparato? Non ha fatto delle prove per rispondere alle domande in un minuto e mezzo?
Non ho avuto il tempo perché ho a disposizione pochi giorni e ogni giorno lavoro dall'alba fino a notte fonda a girare l'Italia.

Stavi sempre a chiaccherare con Renzi fuori onda... Era lei che parlava con Renzi o Renzi che parlava con lei?
Parlavamo tra di noi: credo che fosse anche un modo per stemperare la tensione

Ti sei accorto se Renzi copiava dal telefonino?
Ho cercato di capirlo, il motivo per cui effettivamente accettavo di chiaccherare correndo il rischio di essere accusato di intelligenza con l'avversario... Ero molto curioso di capire chi appariva effettivamente sul telefono

Un messaggino l'hai letto? Chi era?
Non avevo gli occhiali con me
[...]
Ipotizziamo uno scenario: il centrosinistra vince le elezioni ma non ha la maggioranza assoluta: che fate vi alleate con l'UDC con Super Mario Premier o si torna a votare?
Intanto dobbiamo vedere la composizione del nuovo Parlamento: ci saranno probabilmente soggetti nuovi e credo che in Parlamento bisognerà andare per discutere per esempio di crisi ambientale, del decadimento della scuola pubblica. Innanzitutto li dentro bisogna capire se ci sono forze, in assenza di una maggioranza netta del polo progressista, che invece io auspico, nel Parlamento bisogna vedere se ci sono forze che condividono un progetto radicalmente riformatore che metta al centro diritti sociali e diritti di libertà

Ma se alla fine i risultati son quelli, se serve allearsi con l'UDC tu che fai, a prescindere dal discorso...
Se serve a chi?

Ad avere un governo...
Io voglio un governo che dia risposte alle domande di futuro dei giovani, voglio un governo che rompa la gabbia della precarietà in cui sono imprigionate le giovani generazioni, voglio un governo che rimetta il lavoro al centro della scena sociale

Non non si allea con l'UDC... Ma l'ipotesi che vinca Renzi: tu l'hai giudicata fantapolitica, ma sei sicuro?
Si penso che Renzi p soprattutto una gigantesca bolla mediatica, abilmente costruita, fatta circolare, attualmente in fase di sgonfiamento.

Si sta sgonfiando la bolla Renzi?
Si. Lo vedo in giro.

Diamo le percentuali del risultato del primo turno delle Primarie
Al primo turno sarà in testa Bersani, al secondo posto io e al terzo Renzi.

Più o meno quanto prende?
Sicuramente i sondaggi che si sono visti sono privi di qualunque base scientifica perché se non si ha una idea precisa di quale sia la base elettorale, cioè chi sono coloro che vanno a votare, si può sondare anche la popolazione svizzera per capire che pensa di Renzi, ma non credo che abbia attinenza con il risultato che ci darà le urne

Lei a quanto pensa di arrivare al primo turno?
Io penso di vincere al secondo turno.

Al primo turno a quanto pensa di arrivare, al trenta?
Non lo so, penso di stare tra il 20 e il 30%

E con il 20-30 pensa di battere Renzi?
Si penso che sto sopra Renzi
[...]
Perché pensi che quelli che hanno votato Renzi poi al ballottaggio voteranno per te?
Perché c'è un elemento di innovazione, sia pure abbastanza superficiale, nella proposta di Renzi e in fondo noi abbiamo dovuto combatterci soprattutto in riferimento ad un pubblico largamente giovanile: Renzi vendendo se stesso, la sua immagine, come un prodotto di marketing politico e io raccontando quello che in Puglia abbiamo fatto in un laboratorio politico avanzato sulle politiche per i giovani.
[...]
[Chi sono i finanziatori di Renzi?]
Vorremmo sapere chi sono i suoi finanziatori, visto che ancora non abbiamo un'idea precisa: vediamo che c'è un dispendio importante di denaro nella sua campagna elettorale, vediamo l'endorsement che il mondo dell'alta finanza fa nei suoi confronti e questo lo pone in un punto preciso della scena pubblica. Io sono dall'altra parte

Lei quanto ha speso per la campagna elettorale?
Io personalmente ho speso quello che ho dato come contributo: continuo a dare intorno ai 2000 euro al mese a chi organizza, con l'autofinanziamento e con il volontariato, queste primarie. In tutto noi contiamo di spendere 70000 euro.

Vi rientrano un po' perché chi vota paga...
La macchina delle primarie è molto costosa e non credo che ci rientrerà nulla...

Considerate se un malato di SLA è un uomo...

Sono rimasto colpito dalla protesta che i malati di SLA stanno mettendo in piedi in questi giorni; il limite si è raggiunto ieri quando alcuni malati si sono fermati davanti al Ministero dell'Economia minacciando di lasciarsi morire: avevano dei respiratori portabili con la capacità di 5-6 ore e, se non fossero stati ascoltati, li avrebbero lasciati scaricare.


. «Sono nove mesi che chiediamo risposte - ha sottolineato Mariangela Lamanna, vicesegretaria dell’associazione Comitato 16 novembre onlus -. Chiediamo solo il rispetto della Costituzione, che garantisce il diritto alle cure».  (fonte)

Il sottosegretario Polillo ha promesso un fondo suppletivo di 200 milioni di euro per l'assistenza domiciliare h24 per i malati più gravi segnalati dalle ASL in collaborazione con i Carabinieri (necessari, secondo il sen. Marino, per aiutare le ASL ad essere più efficienti)

Per Giuseppina Vincentelli, moglie del segretario del Comitato 16 novembre Salvatore Usala, “l’incontro è andato bene, ma abbiamo dato cinque giorni per mettere in pratica queste cose, altrimenti siamo pronti a tornare in piazza a protestare”. (fonte)


Il punto che a me continua a lasciare basito è la mancanza di visione per chi malato lo è ma non gravissimo e che spende ingenti capitali e energie per vivere ogni giorno una vita il più possibile "normale": per i malati ormai terminali si trovano degli spiccioli e per chi invece vuole vivere una vita normale?

La nostra società è troppo piena di concetti estremamente sbagliati: il concetto del "non nel mio giradino" che, fin quando non viviamo in prima persona una situazione, quasi ci da fastidio vedere quelli che la vivono; il concetto del "oh poverino": con la compassione non si campa e un malato è prima di tutto una persona con una dignità, vuole fare una vita "Normale"; il concetto del "c'è troppo debito, tu sei un costo per il Servizio Sanitario": sono esseri umani e qualsiasi cosa possa rendere una vita "normale" deve essere fatta e non bisogna creare un meccanismo psicologico nel quale ci si debba sentire in colpa solo perché si è malati; il concetto del "ti concedo una assistenza": quella che ci vuole è una cura sia fisica che sociale.

Mi viene in mente questa poesia di Primo Levi: pur non volendo togliere nulla alla Shoah e al significato originario della poesia, non dimentichiamoci che nei campi di concentramento si toglieva la dignità dell'uomo e che venivano deportati anche le persone con disabilità e alcuni tipi di malati...

Che oggi la società sia in preda ad una mentalità di capitalismo spinto che ha perso di vista le esigenze dell'uomo e relega tutta una serie di categorie, dai malati alle persone con disabilità, in un campo di concentramento di fatto?



Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

mercoledì 21 novembre 2012

Lettera dalla Birzeit University, 17 gennaio 2009, Palestina - La mia storia sul web


Gaza è ancora sotto attacco... di nuovo!!!
Ripubblico un mio post del 2009 ma potrebbe esser stato scritto oggi... quando finirà questo orrore???

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post pubblicato il 3 febbraio 2009

>>>Lettera aperta alle istituzioni accademiche internazionali dalla Campagna per il diritto all'istruzione <<<

R2E, Birzeit University, 17 gennaio 2009

Alla luce dei bombardamenti israeliani della Striscia di Gaza in corso, a causa dei quali oltre 1.200 persone sono state uccise - di cui oltre 1000 (86%) erano uomini appartenenti alla popolazione civile, donne e bambini - e oltre 4000 sono state menomate e ferite, la Campagna per il diritto all'istruzione dell'Università Birzeit fa appello alla comunità accademica internazionale, ai sindacati e agli studenti di dimostrare sostegno e solidarietà alla popolazione di Gaza domandando ai loro rispettivi governi di imporre un boicottaggio, un disinvestimento e sanzioni immediate contro lo stato di Israele fino a che esso non rispetti il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario, non smantelli il suo regime di apartheid che attraversa sia i territori occupati che lo stesso Israele e si impegni a raggiungere una pace giusta e duratura.

Lo stato di Israele ha cominciato il suo attacco militare nella Striscia di Gaza sabato 27 dicembre e lo stesso giorno un missile ha colpito il Centro di Formazione di Gaza nel centro di Gaza City uccidendo 8 studenti e ferendone 19. Nelle prime ore di lunedì, un areo da combattimento F-16 ha bombardato la biblioteca ed il laboratorio di scienza dell'Università Islamica di Gaza, solo poche ore prima che i suoi 20.000 studenti entrassero nel campus per sostenere gli esami. Qualche giorno dopo, il 3 gennaio un jet ha raso al suolo la Scuola Privata Americana ?progressista? di Gaza, uccidendo la guardia di sicurezza e negando a circa 200 studenti l'istruzione per l'immediato futuro. Più tardi lo stesso giorno, la Scuola per Agronomi di Beit Hanoun è stata danneggiata da 4 proiettili di artiglieria e altre quattro scuole sono state danneggiante in altre parti della Striscia

Come conseguenza degli attacchi, il sistema per l'istruzione di Gaza è stato reso inutilizzabile per le ultime tre settimane; 27 istallazioni dell'UNRWA (la maggior parte delle quali sono scuole) vengono utilizzate come rifugi da 45.000 abitanti disperati di Gaza che hanno abbandonato le proprie case in risposta agli ultimatum dell'esercito israeliano: diventate senzatetto o morite nelle macerie dei bombardamenti imminenti.
Ad ogni modo, il 6 gennaio, 2 scuole dell'UNRWA sono state bombardate, uccidendo tutti quelli che si trovavano al loro interno, in un caso 42 persone, e ferendone 55. Molte altre scuole sono state colpite ? proprio questa mattina le forze israeliane hanno bombardato una scuola gestita dell'ONU a Beit Lahiya nel nord delle Striscia di Gaza, uccidendo una madre e suo figlio. Oltre a togliere vite, gli attacchi sulle scuole palestinesi privano migliaia di bambini (quelli che sono sopravvissuti) delle infrastrutture per l'istruzione per il prossimo futuro. Al 17 gennaio, un totale di 68 scuole sono state distrutte.

L'atto di usare scuole come bersaglio, particolarmente quelle che vengono utilizzate come rifugi per i civili e le cui coordinate sono note agli israeliani, riafferma le intenzioni genocide della guerra israeliana e espone i loro sforzi "chirurgici" come un mero esercizio di public relations. Non c'è dubbio che Israele colpisca l'infrastruttura civile e imponga condizioni di terrore e malfunzionamento al milione e mezzo di persone che vivono a Gaza, di cui oltre il 50% hanno meno di 18 anni.

La guerra a Gaza segna un punto di rottura: il mondo non può rimanere in silenzio mentre Israele istiga una guerra (hanno rotto il cessate il fuoco uccidendo 6 palestinesi il 4 novembre 2008 e altri 4 il 17 novembre 2008), annienta totalmente l'infrastruttura civile, colpisce rifugi per la popolazione civile, impedisce alle equipe mediche di raggiungere le vittime, usa sostanze bandite secondo il diritto internazionale, come il fosforo bianco, sui civili, impedisce agli aiuti e ai beni di primo soccorso di entrare nella Striscia, taglia la benzina, l'energia elettrica, l'acqua potabile rendendo la vita quotidiana, specialmente ai feriti, un inferno, e impedisce a chiunque di fuggire dalla loro carneficina. Queste non sono azioni di uno stato che rispetta il diritto internazionale. Eminenti avvocati, esperti di diritto internazionale, hanno denunciato la sproporzione degli attacchi di Israele in quanto crimine di guerra e l'uccisione indiscriminata di civili, in quanto crimine contro l'umanità.

Adesso basta. Vi preghiamo di aderire all'appello di artisti, scrittori, avvocati, accademici e studenti da tutto il mondo e di aiutare a porre termine ad un regime che si è continuamente affidato (dall'inizio del 20esimo secolo) all'uccisione, l'espropriazione, l'incarcerazione e la discriminazione dei palestinesi al fine di realizzare la propria agenda politica, la creazione ed il mantenimento di un'autocrazia etno-religiosa.

ADESSO è il momento di agire!

martedì 20 novembre 2012

20 Novembre - Giornata internazionale dei bambini

Con la risoluzione 836 (IX) del 14 dicembre 1954, l'Assemblea Generale raccomanda l'istituzione della Giornata internazionale dei Bambini. L'ONU raccomanda che questo giorno diventi una occasione per promuovere attività dedicate alla promozione degli ideali e degli obiettivi della Carta e il benessere dei bambini del mondoLa data del 20 novembre è stata scelta in quanto è stata la data nella quale l'Assemblea ha adottato la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti del bambino, nel 1989.

Nel 2000 i leader mondiali delineato gli obiettivi di sviluppo del Millennio, che vanno dal dimezzamento della povertà estrema, passando dallo stop alla diffusione dell'HIV / AIDS, all'istruzione primaria universale, tutti entro la data del 2015. Anche se gli obiettivi sono universali, riguardano in primo luogo i bambini. L'UNICEF ricorda che sei degli otto obiettivi riguardano direttamente i bambini e il raggiungimento degli altri due sono comunque necessari per migliorare aspetti critici della loro esistenza.

Nel 2012, il Segretario Generale ha lanciato una nuova iniziativa Education First. L'iniziativa si propone di elevare il profilo politico della formazione, rafforzare il movimento globale per ottenere un'istruzione di qualità e generare ulteriori finanziamenti e sufficiente attraverso sforzi di sensibilizzazione sostenuti. Il raggiungimento degli obiettivi in materia di istruzione avranno un impatto su tutti gli obiettivi di sviluppo del Millennio, dalla diminuzione della mortalità infantile e materna, ad una salute migliore, passando per un reddito più elevato e più rispettosi della dignità umana.


Il Garante per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spatafora ha promosso per oggi, con la collaborazione del Ministero dell'Istruzione, una giornata di riflessione in tutte le scuole italiane con il lancio della campagna “Crescere insieme ai bambini e agli adolescenti fa diventare grande l’Italia” che si propone di mettere al centro dell'agenda politica il tema dell'infanzia.

Secondo Spatafora bisogna  «Investire nei bambini e negli adolescenti per superare la crisi in Italia; E’ importante infatti che tutti comprendano che, anche in tempi di crisi economica, gli investimenti nelle politiche e gli interventi per bambini e adolescenti sono indispensabili per cambiare le sorti del nostro Paese e per rendere l’Italia nuovamente competitiva nei prossimi anni»,

Oggi pomeriggio in Parlamento saranno discusse alcune mozioni sull'infanzia presentate da alcuni parlamentari, secondo Spatafora «E’ un segnale importante quello che arriva dal Parlamento. Mi auguro che domani siano molti i deputati e senatori che prenderanno parte ai lavori dell’Aula e che gli impegni che si prenderanno orienteranno davvero le scelte anche del Parlamento e del Governo nella prossima legislatura».

Da segnalare anche la campagna di UNICEF Italia dal titolo "Io come tu" che mette al centroil tema del diritto di cittadinanza per i bambini stranieri nati sul suolo italiano; ecco una grafica che spiega quale è la situazione italiana:

lunedì 19 novembre 2012

Il mio Pantheon ideale ad uso del centrosinistra italiano

Ad una settimana dal confronto per le primarie del centrosinistra, voglio anche io inserirmi nel discorso del "Pantheon" ovvero i personaggi di riferimento, quelli che dovrebbero sfidare ogni persona che oggi vive in questo mondo, quelli che dovrebbero essere i nostri modelli di vita ai quali dovremmo ispirarci per guardare al futuro e per ritrovare nuovi slanci e vitalità! Vorrei allora parlarvi tra i tanti che mi vengono in mentedi tre personaggi che, a mio avviso, dovrebbero ispirare la visione del mondo dei politici presenti su quel palco.

Giuseppe Di Vittorio

Avendo vissuto il dramma di una morte precoce del padre a causa di un incidente sul lavoro (e quanti morti bianche ci sono oggi in Italia?), Di Vittorio inizia giovanissimo a lavorare come bracciante nelle campagne del Tavoliere delle Puglie e, tra gli stenti, non rinuncia alla propria cultura e, dopo aver imparato a leggere e scrivere, cercava ogni occasione per apprendere quanto più gli era permesso. Antifascista militante e sindacalista attivo, Di Vittorio venne eletto per la prima volta mentre era in carcere a causa delle sue attività; rifugiatosi all'estero dopo la condanna a 12 anni per attività antifasciste, Di Vittorio vi rifonda la CGIL e mantiene posizioni antistaliniste e con l'ottica di tenere unite la componente socialista e la componente comunista (quanto bisogno avrebbe il centrosinistra di oggi di riscoprire se stesso e la propria identità?). Nel secondo dopoguerra diventa il segretario della CGIL con posizioni chiare e a volte scomode al PCI: in occasione dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'URSS, fece votare un documento che dichiarava «L'intervento sovietico contraddice i principi che costantemente rivendichiamo nei rapporti internazionali e viola il principio dell'autonomia degli Stati socialisti» scatenando le ire di Togliatti (e quanto sarebbe necessaria oggi una posizione antibellica chiara e precisa?)

Altiero Spinelli

Fondatore del Movimento Federalista Europeo e europeista convinto, Spinelli può ancora oggi insegnarci qualcosa su ciò che è Europa e su ciò che dovrebbe essere: arrestato per attività antifasciste, staccatosi presto dalle posizioni staliniste, con Rossi e Colomi scrisse il "Manifesto di Ventotene", scritto che viene considerato fondatore della dottrina federalista europea. Dalla catastrofe europea (e basta vedere i telegiornali per capire che siamo in una neo-catastrofe di stampo economico), Spinelli vede una uscita unicamente in quanto organizzazione federale che possa, con l'Unione, essere forte a livello internazionale e portare nel mondo un esempio vero di rispetto dei diritti e della democrazia. Riprendere il progetto federalista dovrebbe essere la linea che il centrosinistra (e direi in generale l'Italia) dovrebbe intraprendere per un nuovo impulso che possa farci uscire, insieme ai nostri fratelli europei, dalla crisi.


Mons. Oscar Romero

Se dobbiamo guardare al mondo cattolico e oltre i nostri confini, cercando magari di incuriosire gli elettori di una sinistra lontana da questo mondo, io metterei nel Pantheon questo vescovo di El Salvador: nato conservatore e morigerato, attento a non dare fastidio ai poteri forti, una volta sceso dal suo piedistallo e toccata con mano la povertà e la repressione militare, abbandona le sue precedenti idee e comincia a stare dalla parte degli ultimi lottando contro il regime e favorendo la creazione di comunità di base. Quando divenne arcivescovo di San Salvador rifiutò donazioni da famiglie facoltose ma vicine al regime repressivo decidendo di vivere in una piccola stanza affianco ai malati terminali di cancro. E' la Chiesa che accetta gli ultimi, quella vicina ai più poveri, quella che rifiuta il potere e denuncia apertamente i soprusi, quella che si sacrifica e muore (Romero venne ucciso da un sicario mentre celebrava la messa e subito dopo una omelia di fuoco contro il regime autoritario).

Questi sono i tre che avrei detto... Ovviamente ne possiamo aggiungere altri ma la mia domanda è: perché a nessun candidato è venuto in mente uno di quei personaggi che sono venuti in mente a milioni di italiani?

giovedì 15 novembre 2012

Valentina Aprea cerca di spiegare la sua proposta di legge a Caterpillar AM

Dopo le proteste di ieri nelle piazze, dato che per gli studenti uno dei motivi principali è stato il Progetto di Legge Aprea, Caterpillar AM ha deciso di intervistarla: ecco un riassunto/trascrizione dell'intervista. (voi ci avete capito qualcosa? io no...)



La persona che ha dato il nome al DDL, Valentina Aprea, ora non è più deputata ma è assessore all'istruzione della Regione Lombardia.
Assessore, il suo nome è rimasto attaccato al DDL

Per la verità è un PDL, un progetto di legge: è un'iniziativa parlamentare ed è una leggge che, dopo quindici anni dalla legge istitutiva dell'autonomia scolastica, concretizza il percorso di cambiamento dei decreti delegati che hanno governato la scuola per quasi quarant'anni regolando però esclusivamnete la dimensione partecipativa; ricorderete negli anni settanta ci fu questa importantissima legge, ci furono questi decreti che permisero alle famiglie e agli studenti di entrare a far parte dell'organizzazione scolastica. Le cose sono cambiate in particolare con l'introduzione dell'autonomia

Che necessità c'era in questo momento, ma anche nel passato recente, di occuparsi proprio di questa questione: sembrava che le cose andassero bene così, il Paese sembra che abbia altre priorità, sembra una battaglia ideologica. Poi questa volontà di consegnare a ciascuna scuola una autonomia parcellizzata, quindi non ci sarebbe più una legge di stato ma ogni istituto potrebbe decidere per sé.
La scuola con l'autonomia è cambiata ed è una legge di riordino che tiene conto dei nuovi diritti e dei nuovi doveri delle scuole autonome.

Cosa vuol dire?
Vuol dire che l'autonomia statutaria consente alle scuole di regolare l'istituzione, la composizione, il funzionamento degli organi interni, le forme di partecipazione della comunità scolastica ma tenendo sempre presente che occorre riferirsi al territorio, alle realtà culturali, sociali, professionali e dei servizi

Così non si rischia di non avere più un'uguaglianza dell'istruzione che è garantita dalla Costituzione cioè lo Stato in questo non va visto come un nemico dei territori con le loro particolarità ma, al contrario, di un garante, di uno stesso progetto di Paese, di istruzione: parte tutto da li
Non è l'uguaglianza che determinerà il successo formativo ma anzi i nuovi principi che si sono affermati in Europa di successi formativi parlano di sussidiarietà, di diversificazione dell'offerta formativa e di personalizzazione dei percorsi

Perché il suo Progetto di Legge vuole togliere le assemblee di classe o di istituto, quelle che in questi anni hanno contribuito anche all'autonomia, così che ogni scuola decide in che forma farla...
Falso perché c'è una norma della legge che parla proprio del diritto degli studenti ad organizzare assemblee e, quindi, tutte le forme di partecipazione e mi spiace che proprio i ragazzi abbiano paura della responsabilità e dell'autonomia.

Non sono ancora riuscito a capire se lei ha fatto questa proprosta per criteri ideologici o per criteri di efficienza nell'istruzione dei nostri ragazzi...
La seconda. Chi fa oggi le battaglie ideologiche? Qui bisogna farle soltanto per salvarci dall'uniformità, dall'appiattimento e forse sì dall'ideologia che ha governato finora. Qui abbiamo bisogno di proposte concrete e questa è una proposta concreta, di successo per i nostri ragazzi

Come si fa ad impedire che l'ingresso dei privati nella scuola diventi un rischio per chi deve insegnare e snaturi la scuola stess?
Tutto quello che è previsto dalla PDL Aprea, che peraltro oggi è un testo unificato, è già possibile nella scuola italiana dall'autonomia in avanti. Noi stiamo regolando e riordinando queste norme, i privati, di cui hanno paura i ragazzi, sono semplicemente i soggetti dei territori che hanno qualcosa da dire e da fare a favore dei giovani

Si riconosce ancora nel decreto dopo le ultime modifiche o disconosce la paternità di queste?
Dopo vent'anni di politica attiva so che i compromessi sono importanti e quindi accetto questo risultato e mi auguro che si  possa arrivare presto all'approvazione. Non sarebbe giusto per la scuola italiana avere solo la dimensione partecipativa nelle norme: occorre evidenziare ciò che già le scuole fanno e fanno bene per i nostri ragazzi.

mercoledì 14 novembre 2012

"Sua santità - Le carte segrete di Benedetto XVI" di Gianluigi Nuzzi

A primo acchitto può sembrare un libro che scava nel torbido, uno di quei tanti titoli che, più o meno velatamente, partono da un anticlericalismo per sparare a zero sulla Chiesa Cattolica; questo libro non è nulla di tutto ciò anzi... Passato l'ostacolo e aprendolo si comincia a capire la ratio che ha guidato Nuzzi: fare uscire cose che creano imbarazzo alla Chiesa stessa e di cui il Papa sembra non essere al corrente! Le cronache giudiziare, il cosiddetto Scandalo Watileaks, ci dicono che il suo "gola profonda" è il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, che, spinto da un senso di forte disagio per una gestione opaca e personalistica delle finanze del Vaticano (e di conseguenza della Chiesa Cattolica) e dopo aver provato a lavorare perché questo cambiamento avvenga, scoraggiato si rifugia nella "delazione" pur di rendere pubbliche una serie di azioni che con la fede o con la Chiesa vera non hanno nulla a che fare. Nuzzi è un narratore: mette in fila le carte che gli portano e pian piano ci accompagna nello svelamento delle dinamiche interne ai palazzi, per lo più nascoste al Papa, che sembrano avere nel card. Bertone il fulcro.
Un libro totalmente corroborato da documentazione, che non da giudizi senza prove, semplice da leggere, che non si ferma all'aspetto finanziario ma che fa un escursus su casi come quello di Emanuela Orlandi oppure sulle connivenze piccole o grandi con pezzi dello Stato Italiano. Unica nota negativa (che penso valga per qualsiasi libro che racconta storie che ancora si stanno svolgendo alla chiusura dello stesso) è una chiusura frettolosa che lascia in sospeso con la speranza di leggere "come è andata a finire"

Giudizio personale
Un libro scritto bene, un autore che rimane al suo posto e che riesce a raccontare non solo i fatti, corroborati da documenti (alcuni sriprodotti nel retrocopertina), ma anche il dramma di uomini che hanno fatto di tutto per cambiare le cose dall'interno ma che si sono scontrati con un sistema canceroso che nulla ha a che fare col messaggio evangelico. Alla fine ci si augura che la conclusione sia positiva e metta ordine perché una gestione torbida della Chiesa non solo è contro i principi di fede cattolici ma anche offusca chi, giorno dopo giorno, lavora in ogni angolo del mondo per portare un messaggio evangelico e/o per aiutare gli ultimi, come Gesù insegnava. Da leggere.

Citazioni
Per la prima volta ho percepito di essere entrato in una storia più grande di me (pag.15)
Beatissimo padre, un mio trasferimento al governatorato provocherebbe profondo smarrimento in quanti hanno creduto fosse possibile risanare tante situazioni di corruzione (p. 58)
(lettera al Papa di Carlo Maria Viganò, segretario generale del governatorato, l'ente che gestisce tutti gli acquisti e appalti della Santa Sede, rimosso dal suo incarico dopo aver scoperto gravi irregolarità)
Ci sono tre strade percorribili:
- abolire le agevolazioni Ici (Tremonti non lo farà mai;
- difendere la normativa passata limitandosi a fare verifiche sulle reali attività commerciali e calcolare il valore "dell'aiuto di Stato" dato (non è sostenibile);
- modificare la vecchia norma che viene contestata dalla Ce che si applicava ad attività che avessero "esclusivamente" natura commerciale (p.108-109)

(Settembre 2011. Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior, scrive al cardinale Tarcisio Bertone un rapporto "suggeritomi riservatamente dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti"
Edizione utilizzata
Gianluigi Nuzzi, Sua Santità - Le carte segrete di Benedetto XVI, Quarta edizione, Chiarelettere editore, Milano  2012

Dove si può trovare questo libro
In qualsiasi libreria, soprattutto se ha una sezione attualità politica, oppure online su Amazon e IBS

martedì 13 novembre 2012

Confronto all'americana... ma senza stile

Ieri sera c'è stato il dibattito tra i candidati del centrosinistra: Tabacci, Puppato, Renzi, Vendola e Bersani.

Potevo mancare io tra i millemilioni di commenti sul web? Certo che no!!!

Anzitutto la scelta: il confronto è stato fatto sul canale pay SkyTg24 e ritrasmesso in chiaro sul Digitale Terrestre da Cielo, canale 26; questa scelta se da un lato può denotare estrema imparzialità (Rai controllata dai partiti, Mediaset da chi ben conosciamo e La7 è parte di Telecom Italia Media), avrebbe rischiato di passare inosservata, visto che tutta la piattaforma Sky ha uno share di circa il 10% (e sono centinaia di canali). Come fare? Ideona: mandiamo una immagine divertente tendente al trolling (presa in giro) sul sito del PD così tutti parleranno di noi ed ecco che per tutta la giornata ovunque sul web si trovava questo fotomontaggio con ovviamente la spiegazione dell'evento che sarebbe avvenuto ieri sera.

Ma arriviamo a ieri: dopo una breve biografia, i nostri "fantastici 5" si pongono al centro del palco, in piedi, e si spiegano le regole: domande preparate dalla redazione di Sky, 1:30 per le domande e 1:00 per le domande brevi, 3 possibilità di repliche e poi domanda secca da parte di un supporter di uno dei candidati ad uno dei candidati avversi, tutto deciso per sorteggio.
Un ottimo format che costringe i nostri fantastici ad arrivare subito al dunque, nonostante le prime 2-3 domande di gestazione nelle quali soprattutto Vendola e la Puppato hanno sofferto.
Ma veniamo alla mia personale impressione su ogni candidato:



Tabacci

Questo vecchio democristiano di altri tempi mi ha stupito per la forza e l'autorevolezza della sua presenza: schiena dritta, voce forte, pur non guardando quasi mai in camera, parlava in continuazione rivolto al pubblico, il che dimostra una lunga esperienza da oratore ma forse troppo poco legame con lo strumento televisivo. Ha saputo prendere i suoi tempi e, con la replica ad un Renzi che prometteva 10 ministri, non solo ha saputo ribattere con un motivo valido al perché sono troppo pochi ma ha anche fatto delle proposte concrete. Nota di demerito sulla sua posizione su coppie di fatto (in particolare omosessuali) e sull'adozione gay MA ha sapientemente spostato l'accento su una necessaria revisione della legge sulle adozioni che, accanto ad un no, ha portato tutti a dimenticarcene subito per stare con lui. Più che un leader democristiano sembrava uno di quei comunisti di una volta (sarò stato influenzato dai Marxisti per Tabacci)

Puppato

Questa donna, sconosciuta al grande pubblico, ha dimostrato di saper parlare ed esporre chiaramente il suo pensiero, sarà che è allenata ai leghisti della sua regione? E' scivolata un po' all'inizio ma poi si è ripresa anche se, ad onor del vero, non riusciva proprio a trovare la telecamera, segno della totale disabitudine allo strumento televisivo.
Spesso si perdeva nel minuto e mezzo e addirittura in una occasione il conduttore l'ha dovuta interrompere bruscamente perché voleva ribattere ma non era concesso. Nonostante tutto ha trasmesso una calma e sicurezza tipica di una mamma che sa quando essere dura e quando non mollare. Se non fossimo in Italia sicuramente una donna così avrebbe parecchio seguito. Brava.

Renzi

Che dire, il migliore nel comunicare: breve, conciso, qualche cifra ma non troppa, perfetto per il minuto e mezzo, bravo a controbattere con gli altri e a fare battute che attiravano l'attenzione.
Punti dolenti: la camicia larga e le mani nelle tasche... e poi continuava a guardare Vendola e Bersani, quasi come il ragazzotto che cerca disperatamente il consenso dei genitori. Alla domanda: "Ma davanti alla Merkel tu come ti comporteresti" si è vista una persona non tanto inesperta quanto quasi impreparata a quella che potrebbe essere tutta l'attività principale del prossimo Presidente del Consiglio in ottica europea. Sulle adozioni per gli omosessuali? "Dobbiamo valutare". Bravo ma tanto fumo e poco arrosto.

Vendola

Vendola... Sempre il solito: il minuto e mezzo passava ed era ancora al preambolo! Vabbè che ho letto stamattina che non stava molto bene ieri ma due regole sono fondamentali: guardare in camera e chiaro e conciso.
Durante il dibattito però si è cominciato a regolare un po' ed è riuscito, pian pianino, a recuperare comprimendo in un minuto il suo schema: preambolo calmo, centro del discorso con una storia che stimoli l'immaginazione con la conclusione al massimo, piena di pathos e di emozione. Notevole il suo lavoro, peccato che avrebbe dovuto farlo prima! Anche lui: la telecamera! Continuava a parlare con Renzi come un padre che sgrida il bambino che fa i capricci! Beh come contenuti il migliore, dovrebbe lavorare un po' di più sulla tecnica.

Bersani

Che dire: il più pacato, il più ecumenico, più papista del papa (sembrava che Tabacci quasi non volesse stare con l'UDC e lui si) ma sprizzava da tutti i pori un "ooohhh ragassi ma siam pazzi? vedete cosa mi tocca fare per accontentare tutti". Parlava con poca passione, quasi con noia, spesso guardando Renzi, a volte guardando verso... boh? Il sopracciglio alzato sembrava quasi un "e ora che gli dico?". Per carità, grossa parte dei suoi discorsi si sono sviluppati in uno schema che mi ricorda molto quello di Romano Prodi (che non ci dimentichiamo è l'unico che ha vinto ben due volte contro Berlusconi) ma sinceramente è stato un po' pochino. Rimandato al (quasi sicuro) ballottaggio.


In conclusione: un esperimento riuscito che, anche se a fatica, ha portato finalmente al centro i temi politici in maniera semplice e chiara, senza perdersi in politichese.
Note dolenti: completa mancanza della politica estera, nessuna domanda sugli armamenti, sull'educazione, la cultura, nessun riferimento forte e reale a come risolvere la crisi... insomma i giornalisti di Sky potevano osare di più!!!
Nota positiva: in questi anni si è sempre puntato sulle divisioni e le contraddizioni del centrosinistra italiano; ieri sera sono stati uniti e, nelle differenze, si poteva trovare un minimo comune denominatore per tutti, tale da fare ben sperare in una futura coalizione solida. La speranza è l'ultima a morire no?

lunedì 12 novembre 2012

Flusso di coscienza ovvero... cosa ho vissuto nel weekend di All Rights!

Beh come ho postato due giorni fa, ho partecipato ad un seminario nazionale, organizzato da LVIA in partenariato con il Co.Co.Pa, Consorzio ONG piemontesi, Associazione Forlì nel Mondo LVIA, Associazione Vivi e lassa viviri (Palermo), Arciragazzi Firenze e la Cooperativa L'Arca di Cuneo, dal titolo Spazi di partecipazione e nuovi diritti in una società europea interculturale. 
(questa la pagina facebook)
Dopo una esperienza così intensa ci vuole un momento di riflessione e io il mio lo voglio condividere.

Anzitutto quando sono andato mi aspettavo di affrontare i temi principali e portanti della due giorni: giovani&politica (in senso ampio) e cittadinanza (soprattutto nell'accezione di "diritto alla")

All'inizio mi sentivo un po' spaesato: sono arrivato quasi per caso e non facevo parte di nessun gruppo ma devo riconoscere che i "giochi" dell'educazione "non formale" hanno aiutato un po' tutti a sciogliersi e a socializzare. Prima tecnica quella delle interviste: a turno per 2 minuti ognuno intervistava un altro così poi da avere una "carta di identità" di ogni membro fatta da tutti i membri del gruppo. Ottima la tecnica dei limoni: ci è stato dato un limone e ognuno di noi doveva inventarsi una storia che poi doveva mettere insieme a quelle del gruppo e farne una rappresentazione scenica; da un lato c'è il senso di come dallo stesso oggetto si possano avere visuali e storie diverse e dall'altro lato si è venuta a creare una collaborazione stretta che ha permesso di conoscerci meglio.
Devo dire sinceramente che sono rimasto un po' perplesso dei "giochini", pur apprezzando tali attività, ma sono abituato a non giudicare un libro dalla copertina...

Il secondo giorno è stato davvero forte: in una sorta di "talk show" si è svolta una interazione davvero forte tra chi parlava e chi ascoltava che forse non si è espressa appieno per colpa della mancanza di tempo...
La scena che si presentava davanti al pubblico era davvero ampia e variegata con tutte le sfumature dei temi dei due giorni rappresentate sul "palco": il cittadino di origine straniera in Italia da 40 anni, l'educatrice, la donna straniera che odia il degrado provocato dagli stranieri, giovani musulmani che vivono il doppio problema cittadinanza/inclusione sociale, il giovane assessore leghista, i decisori politici... In scena anche i "collegamenti" con le piazze che non sono stati altro che portare le esperienze dalle città di provenienza e le buone pratiche da poterci scambiare.
Io credo che il talk show sia funzionato egregiamente e che, anzi, si dovrebbe riproporre ad una tv reale perché solo così si può stimolare il dibattito!
Il pomeriggio c'è stato un lavoro sulla città ideale partito dalla costruzione dei valori, dalla negoziazione degli stessi con chi ci sta di fronte, continuato con la costruzione di un modello di città reale in base a tali valori e concluso con la rappresentazione scenica della stessa. Credo che questa attività sia stata utile nell'ottica sia della negoziazione che nella riflessione su come rendere "reali" delle idee che forse un po' troppo spesso possono rimanere solo ragionamenti fini a se stessi.

Il terzo giorno abbiamo mostrato a tutti i concetti di città che i vari gruppi hanno sviluppato e, con alcuni decisori politici che già ci hanno raggiunto, abbiamo fatto un gioco di ruolo che simulava le dinamiche del mondo, della spartizione dei beni e delle classi sociali: anche qui le dinamiche che si sono venute a creare sono state molto vicine a quelle che riscontro nella vita reale e mi hanno fatto riflettere anche su me stesso e su come ragirei in un dato contesto.
Il word cafè è stato anche questo davvero arricchente: i tavoli erano divisi per argomenti (3 per cittadinanza e 3 per gioventù) e vi erano seduti i decisori politici con un facilitatore e noi partecipanti avevamo mezz'ora per discutere dell'argomento prescelto. E' stata una esperienza estremamente formativa e appagante vuoi perché ho sempre sognato di poter parlare a tu per tu con chi determina le scelte politiche e vuoi perché ho visto che nei vari schieramenti e nelle varie "stanze dei bottoni" c'è ancora gente che si siede ad un tavolo di giovani, che vuole che gli/le si dia del "tu" e che discute di e con te.




A Padova, città dove ho studiato, a Palazzo del Bo, sede storica dell'Università che ha dato la prima laurea al mondo ad una donna, c'è una scultura in vetro che simboleggia le Scienze Politiche: l'alveare con le api. Tutti dobbiamo lavorare per il bene dell'alveare e per la prosperità dello stesso. Spesso mi sono sentito come un'ape che deve lavorare non per la comunità ma solo per l'ape regina e per le mille api regine!
LVIA ha creato un ambiente nel quale ho sentito i decisori politici estremamente vicini a me, li ho sentiti api come me, persone che lavorano per il bene dell'alveare.

Beh alla fine i miei dubbi si sono sciolti: spero che esperienze del genere possano crearsi in tutta Italia e che piano piano la politica sia contagiata dal dialogo e dall'ascolto.

Speranza!

sabato 10 novembre 2012

All rights: giovani e istituzioni a confronto

Partecipo in questo weekend a questo progetto dell'LVIA: le informazioni su questo evento le trovate QUI ed ecco la diretta twitter

martedì 6 novembre 2012

"Storia di Iqbal" di Francesco D'Adamo

Questo libro per ragazzi è arrivato tra le mie mani quasi per caso: in uno dei miei tanti transiti dalla stazione di Parma, svettava tra i libri ammucchiati e un po' impolverati. Conoscevo già in parte la storia di Iqbal Masiq, ragazzino pakistano che ha guidato una rivolta sindacale per dare umanità al lavoro di tanti schiavi in Pakistan, ucciso dalla mafia dei tappeti. Il libro ha come voce narrante una bambina, Fatima, che lavora in un laboratorio di tappeti: un giorno arriva questo ragazzino di nome Iqbal che pian pianino, con la sua ribellione, fa prendere coscienza della situazione di piccoli schiavi che Fatima e gli altri vivono.
Iqbal, aiutato da Eshan Kahn, fondatore di un movimento di liberazione dei bambini maltrattati, riesce a liberare i propri compagni e continua la sua attività sindacale tra rischi e pericoli finché, il giorno di Pasqua del 1995, viene ucciso all'età di 15 anni.
Qualcuno potrebbe dire che forse un libro così triste non va bene per un ragazzino: a mio avviso è proprio questo che lo può stimolare in una riflessione educativa che possa formarlo alla cittadinanza.

Giudizio personale:
Dato il target al quale è rivolto ha una scrittura narrativa semplice e lineare; la voce narrante è dolce, ingenua, lucida: analizza ex-post degli avvenimenti che sul momento non poteva vedere nella loro pienezza. Consiglio la lettura anche a chi non conosce nulla di Iqbal e vuole, senza impegno, capire chi è e cosa ha fatto. Per ragazzi.

Citazioni:
- Sai contare? - mi aveva chiesto il padrone.
- Quasi fino a dieci, - avevo risposto.
- Guarda, - mi aveva detto Hussain Kahn, - questo è il tuo debito. Oni segno è una rupia. Io ti darò una rupia per ogni giorno di lavoro. E' giusto. Nessuno ti pagherebbe di più. Tutti possono dirtelo. Chiedi a chi vuoi: tutti ti diranno che Hussain Kahn è un padrone buono e giusto. Avrai quello che ti spetta. E ogni giorno, al tramonto, io cancellerò uno di questi segni, davanti ai tuoi occhi, e tu potrai essere orgogliosa, e anche i tuoi genitori saranno orgogliosi, perché sarà il frutto del tuo lavoro. Hai capito?
- Sissignore, - avevo risposto un'altra volta, ma non era vero, non avevo capito e guardavo quesi segni misteriosi, fitti come gli alberi di una foresta, e non riuscivo a distinguere il mio nome dal debito, quasi fossero la stessa cosa (p. 21)
Eshan  Kahn era proprio come lo aveva descritto Iqbal, vedendolo quel giorno sulla piazza del mercato: un uomo alto, non robusto, ma che riusciva a dare un'impressione di forza e di determinazione. Aveva capelli e barba neri e ben curati e vestiva sempre di un bianco immacolato. Da anni, ormai, aveva dedicato la sua vita a liberare i bambini schiavi. Era stato minacciato, picchiato, incarcerato. E ogni volta aveva ricominciato, con ancora più entusiasmo e caparbietà. (p. 105)

Finito il lavoro sedevo davanti alla porta di casa a guardare il viottolo che portava al viallaggio. "Mi hanno dimenticata", pensavo. Pensavo agli aquiloni, a Iqbal dritto in piedi accanto al tappeto tagliato, a quella notte che avevamo strisciato fino alla Tomba per aiutarlo, a quel pomeriggio al cinema a Lahore. Pensavo che non volevo andare in un paese straniero, brutto e lontano (p. 142)
 Edizione utilizzata: 
 Francesco D'Adamo, Storia di Iqbal, Edizioni EL, San Dorligo della Valle (Trieste) 2001

Dove si può trovare il libro:
Non dovrebbe essere difficile trovarlo in libreria (ecco i dati completi dal sito di EL) o, in alternativa, su IBS, su BOL e Amazon (in edizione Einaudi) o usato su ilLibraccio.it.

lunedì 5 novembre 2012

Crisis Report di Novembre - CrisisWatch N°111, 1 November 2012

Da questo mese e per i prossimi mesi, posterò una traduzione del Crisis Watch, rapporto mensile redatto dall'International Crisis Group, che fa il punto sulle crisi internazionali e sulle loro evoluzioni.
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Nuove violenze sono scoppiate nello Stato di Rakhtine del Myanmar (Birmania) il 21 ottobre coinvolgendo le comunità Buddiste e Musulmane. I dati ufficiali segnalano che il bilancio delle vittime del recente focolaio di tensioni inter-comunali, che in gran parte hanno coinvolto la musulmana Rohingya e la buddista Rakhine, è di almeno 89, con 136 feriti e più di 5.000 case date alle fiamme. Più di 30.000 persone sono state sfollate ufficialmente. I gruppi per i diritti umani hanno usato immagini satellitari per dimostrare che Rohingya e altre comunità musulmane sono obiettivo esplicito in questa ultima ondata di violenza.

Il 19 ottobre un'autobomba a Beirut ha ucciso otto persone, tra cui il capo dell'intelligence del Libano Wissam al-Hassan, e decine di feriti. L'opposizione sostiene che vi sia il coinvolgimento siriano e ha chiesto le dimissioni del primo ministro Najib Mikati e del suo governo. L'attacco ha scatenato manifestazioni e scontri nella capitale e in altre città, aumentando le tensioni settarie in Libano: ci si sforza di contenere le tracimazioni derivanti dal conflitto nella vicina Siria.

Sulla penisola coreana, Seul ha annunciato il 7 ottobre un accordo con gli Stati Uniti per l'ampliamento della gamma del suo sistema di missili balistici. La Corea del Nord ha condannato la mossa come parte di un piano per invaderla, e ha sostenuto che ha missili capaci di raggiungere il continente americano. Il 19 ottobre Pyongyang - nel suo comunicato più forte degli ultimi mesi - ha minacciato attacchi militari su una postazione dalla quale attivisti sud-coreani hanno in programma di lanciare con un paracadute dei volantini di propaganda per il Nord.

In Guinea-Bissau, un presunto tentativo di colpo di stato attuato il 21 ottobre da un gruppo di soldati del gruppo etnico Felupe è fallito. Sospettato di colpo di stato il leader Pansau N'Tchamá è stato rapidamente arrestato e tre complici sono stati uccisi, scatenando timori di una reazione contro la minoranza Felupe. Il governo ha accusato il Portogallo, l'ex capo di stato maggiore Zamora Induta e il Primo Ministro estromesso Carlos Júnior di coinvolgimento nel colpo di stato. I leader dell'opposizione, d'altra parte, credono che il colpo di stato sia una manovra del governo volta a creare un pretesto per reprimere gli oppositori.

Il Presidente delle Filippine Benigno Aquino ha firmato un accordo di pace con il Fronte islamico di liberazione Moro (Milf), il gruppo di ribelli più grande e meglio armato del paese. L'accordo, che prevede la creazione di un nuovo governo autonomo regionale chiamato Bangsamoro in sostituzione della fallita Regione Autonoma del Mindanao musulmano, è la migliore possibilità degli ultimi anni per la pace con il Milf. Entrambe le parti hanno avuto cura di sottolineare il duro lavoro che ci attende in termini di attuazione dell'accordo.

Le storiche elezioni politiche in Georgia sono state segnate dal primo trasferimento di potere di tipo democratico del paese dopo l'indipendenza. Il Presidente Mikheil Saakashvili ha rapidamente ammesso la sconfitta del suo Movimento Nazionale Unito per il Sogno e la coalizione dell'opposizione, guidata dal miliardario Bidzina Ivanishvili, che ha ottenuto il 55 per cento dei voti. Gli osservatori internazionali hanno elogiato la correttezza delle elezioni. Il cambio di governo potrebbe segnalare un disgelo nelle relazioni tra Georgia e Russia, anche se il nuovo governo ha escluso il ripristino dei rapporti diplomatici fino a quando Mosca continua a riconoscere l'indipendenza delle regioni separatista dell'Ossezia meridionale e dell'Abkhazia.

Ottobre 2012 TENDENZE

Situazione deteriorata
Guinea-Bissau, Libano, Myanmar, Corea del Nord


Situazione in miglioramento
Georgia, Filippine


Situazione invariata
Afghanistan, Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bahrain, Bangladesh, Bielorussia, Bolivia, Bosnia, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Cina / Giappone, Colombia, Costa d'Avorio, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Egitto, Eritrea, Etiopia, Guatemala, Guinea, Haiti, India (non-Kashmir), Indonesia, Iran, Iraq, Israele / Territori palestinesi occupati, Giordania, Kashmir, Kazakistan, Kenya, Kosovo, Kuwait, Kirghizistan, Liberia, Libia, Macedonia, Madagascar, Mali , Mauritania, Messico, Marocco, Nagorno-Karabakh (Azerbaigian), Nepal, Niger, Nigeria, Nord Caucaso (Russia), il Pakistan, Ruanda, Arabia Saudita, Serbia, Sierra Leone, Somalia, Somaliland, 20South Sudan, Sudan, Sri Lanka, Sudan, Siria, Tagikistan, Thailandia, Timor Est, Tunisia, Turchia, Uganda, Ucraina, Venezuela, Yemen, Zimbabwe


Fonte: http://www.crisisgroup.org/