venerdì 1 agosto 2014

La vita a Gaza: la voce del Parroco della comunità Cattolica Latina P. Jorge

Stamattina appena ho acceso il computer, ho visto che finalmente avevano cominciato un cessate il fuoco: è strano come, nonostante giorni di guerra e di notizie negative, ci si possa aggrappare ad ogni spiraglio che possa parlare di pace e della fine delle ostilità.

E invece dopo due ore le notizie diventano convulse: la fine del cessate il fuoco, il probabile rapimento di un soldato israeliano, la fine della tregua... In questi giorni spesso penso a p. Jorge, un omone argentino che è rimasto lì, a Gaza, sotto le bombe, con i suoi bambini con disabilità e i suoi anziani: prova a proteggerli, a dargli conforto... e con le sue parole, pubblicate ieri, voglio esprimere ciò che sento

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"Quello che fate al più piccolo dei miei, l'avete fatto a me" 


Grida di disperazione, esplosione di bombe, aerei, viavai su e giù per le strade con i morti in braccio, gente in fuga, che cerca di evacuare la zona, disorientati, non sanno cosa fare o dove andare ... le lacrime sono diventate il nostro pane quotidiano.

L'acqua è diventata una merce rara. Sono già quattro giorni senza elettricità in seguito alla distruzione della centrale elettrica. Carenza di farmaci negli ospedali.

Nei giorni scorsi, la lotta è stata particolarmente intensa su entrambi i lati, e il numero delle vittime aumentato quotidianamente in questa guerra e sta diventando giorno dopo giorno sempre più spaventoso.

Una guerra che a secondo le dichiarazioni dei responsabili, sembra non avere fine, ma piuttosto il contrario.
Stiamo bene. Non hanno bombardato la parrocchia, come hanno detto alcuni media. Grazie a Dio, andiamo avanti, calmi e sereni, facendo quello che possiamo.

Approfitto di questa lettera per ringraziare personalmente tutti coloro che rappresentano l'Argentina presso l'Autorità palestinese, l'Ambasciata Argentina in Israele e quella presso la Santa Sede, della loro vicinanza e ad aiutarci in tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Il Governo argentino aiuta la parrocchia attraverso la Caritas di Gerusalemme. In tempi come questi, questi aiuti sono davvero preziosi.

Vorrei anche ringraziare le migliaia di persone in tutto il mondo che pregano per porre fine a questa terribile strage. A tutti ed a ciascuno individualmente, estendiamo il nostro più sincero ringraziamento, nella speranza che il Signore Gesù, secondo la sua infinita misericordia, li ricompensi, come aveva detto, "Ciò che fate al più piccolo di questi miei fratelli, l'avete fatto a me"

in Domino

Jorge P. Hernandez, IVE

giovedì 31 luglio 2014

Vita comune in un Paese in guerra

Come si legge in ogni giornale da ormai quasi un mese a questa parte, tra Israele e Palestina, in particolare la fazione palestinese denominata Hamas che controlla un piccolo territorio a sud detto Striscia di Gaza, è scoppiata una guerra.

Morti e distruzione sono all'ordine del giorno, polemiche sul tal bombardamento e sul tal missile lanciato non si contano ormai più.

Oggi l'Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite Navy Pillay ha anche annunciato che sia Hamas che gli israeliani potrebbero aver commesso crimini contro l'umanità.

Io che vivo a Gerusalemme, da ormai un mese ricevo in continuazione telefonate, messaggi, whatsappate che mi chiedono come sto, se sono vivo e se magari mi è scoppiata una bomba vicino casa...

Io sto bene, a Gerusalemme si sta bene e, pur sentendo un aria piena di tensione e molto calda (non solo per la stagione) la vita in un Paese in guerra non è poi così diversa dalla vita in un Paese in pace.

E' strano, ma è così... come se davvero tutto ciò che succede a 100 km da casa mia non fosse qui, come se fosse una trasmissione televisiva.

Certo è anche vero che le sirene sono suonate a Gerusalemme e la prima volta che le ho sentite devo ammettere che mi sono spaventato... ma alla fine è come se ci si abituasse a questa strana situazione e ci si segga come spettatori di un film.

Vieni riportato alla realtà solo quando vedi i malati negli ospedali a due passi da casa tua, quando vedi che i cristiani di Gaza, che come carisma hanno quello di accudire i bambini con disabilità, vengono attaccati in maniera assurda e incomprensibile e ti senti piccolo, non sai davvero cosa puoi fare in questa situazione.

Fermarsi e riflettere... vedremo se con la scrittura potrò e riuscirò a farlo...

Intanto vi mostro una manifestazione pro-israeliana che è appena passata sotto la mia finestra e forse ha scatenato definitivamente la mia voglia di ricominciare a scrivere




Come si dice: per ora da Gerusalemme è tutto, a voi la linea!