lunedì 26 febbraio 2018

Il grande crollo di John Kenneth Galbraith

Può un libro di economia sembrare un giallo? Effettivamente già con il titolo, “Il grande crollo”, l’autore John Kenneth Galbraith ci fa pensare di essere di fronte a un romanzo. Eppure, quello che ho letto è un saggio di economia! A questo punto, la reazione di chi legge questa recensione sarà: pensa che noia, figurati se lo leggo! E invece, questo libro si legge come un giallo. La trama: siamo nel periodo post Prima guerra mondiale e la ripresa economica è vigorosa, oltre ogni aspettativa. Ma il delitto è dietro l’angolo. Chi sarà l’assassino? Galbraith non cerca le ragioni matematiche ed economiche della crisi del 1929, ma analizza quelle psicologiche e sociali, alla ricerca degli antefatti della stessa, monito per le bolle successive. Chiaro e puntuale, la prima stesura di questo libro è del 1955. Eppur, con il suo ciclo di cause/effetti, presentando il circolo vizioso di una crisi economica, è più che mai attuale.

Se fosse cibo:
uno stufato di rane: oggi considerato una leccornia, al tempo della crisi una necessità causata dalla povertà

Giudizio: imperdibile

Racchiuso in una frase:
[...] il potere politico contribuì all'aggravamento della situazione. Interrogato sul modo in cui il governo avrebbe potuto meglio favorire la ripresa, il consulente, saggio e pieno di senso di responsabilità, sollecitava il pareggio di bilancio. Entrambi i partiti erano d'accordo su questo. Per i repubblicani il pareggio di bilancio era, come sempre, materia di alta dottrina. Ma il programma democratico del 1932, con una precisione che i politici raramente consigliano, chiedeva fra l'altro un "bilancio federale pareggiato annualmente sulla base di accurati preventivi di spesa nei limiti delle entrate...". L'impegno di pareggiare il bilancio è sempre gravido di conseguenze.  (p. 173)

Edizione utilizzata:
John Kenneth GALBRAITH, Il grande crollo - 1929: il più grande disastro finanziario di tutti i tempi, BUR, Milano 2003.

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.itibs.it) nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.itwww.abebooks.it)

(articolo pubblicato su ilmegafono.eu)

sabato 24 febbraio 2018

Non è te che aspettavo di Fabien Toulmé

Prima di riuscire a scrivere qualcosa su questo libro, ho dovuto lasciarlo decantare qualche giorno nella mia mente (e anche nel cuore). Come un vino pregiato d'annata, "Non è te che aspettavo" di Fabien Toulmé è un'opera che ha bisogno di tempo per essere assimilata. In questa graphic novel, l'autore francese ci parla della sua esperienza personale come padre di una bambina con la sindrome di Down. La gioia di una nuova vita, le preoccupazioni, la scoperta della malattia, il rifiuto, l'accettazione: sono questo i passi che Fabien dovrà affrontare nel percorso nuovo che per lui si apre con l’arrivo di sua figlia. Di una delicatezza e una dolcezza unica, dura e veritiera, questa opera è consigliata per stomaci (e cuori) forti. Nota stilistica di rilievo: il cromatismo che accompagna i vari capitoli della storia, come a volerci dare indicazioni sui sentimenti del protagonista.

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo: 
dei macarons al cacao, dolci e amari allo stesso tempo

Racchiuso in una frase: 

"I vostri figli non sono figli vostri, sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, e benché vivano con voi non vi appartengono. Potete donar loro l'amore ma non i vostri pensieri: essi hanno i loro pensieri. Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccati in avanti. L'arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane. Affidatevi con gioia alla mano dell'arciere; poiché come ama il volo della freccia, così ama la fermezza dell'arco." "Non ho capito che significa?" "Mmm... Ecco, vuol dire che i genitori hanno il compito di preparare i propri figli a diventare adulti e a sapersela cavare da soli." Divenne la mia nuova concezione di vita. I bambini dovevano imparare a cavarsela da soli, a essere indipendenti, solo così potevano andare avanti senza troppi sforzi, proprio come Luis Ocaña sulla sua bici mentre scalava una montagna. (p. 14)

Edizione Utilizzata: 
Fabien TOULMÉ, Non è te che aspettavo, BaoPublishing, Milano 2018

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile sui maggiori e-commerce italiani (mondadoristore.it, ibs.it), nelle librerie e nelle fumetterie.

(articolo pubblicato su ilmegafono.eu)

mercoledì 21 febbraio 2018

Con allegria francescana di Fra Artemio Vitores Gonzalez

Chi visita la Terra Santa per un viaggio, o meglio per un pellegrinaggio, non può fare a meno di notare in giro persone vestite con il saio francescano. Discendenti dei primi missionari compagni di san Francesco, anche lui pellegrino sui luoghi di Gesù, i frati francescani vivono quotidianamente le gioie e i dolori di una terra tanto amata quanto martoriata. Fra Artemio Vitores Gonzalez è un testimone privilegiato: è stato direttore di Casanova, l’albergo per pellegrini gestito dai francescani, vicario custodiale, cioè “vicedirettore” di tutti i frati di Terra Santa, e oggi è responsabile del convento di Betlemme. “Con allegria francescana” è un libro autoprodotto, un diario che nel suo disordine trova l’armonia, nella sua lingua spagnoleggiante manifesta la sua espressione. Anche se difetta di una chiara organizzazione logica e a volte ripete gli stessi concetti, è un testo molto curioso per capire la vita di coloro che da 800 anni custodiscono i luoghi santi legati alla vita di Gesù.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:
dei dolci Ma'moul, dolcetti arabo/cristiani che vengono preparati per le feste e che sono farciti di noci

Racchiuso in una frase:

Un giorno, domandai [ad alcune giovani ragazze ortodosse]: "Perché venite alla messa alla parrocchia latina, se voi appartenete ad altre chiese?" Mi diedero delle risposte davvero interessanti: "Per tre ragioni: Prima perché è in arabo (argomento logico); seconda perché è più breve (risposta comprensibile); e terza... perché ci sono i ragazzi". Bene, forse questa era la ragione principale! A volte noi teologi vediamo problemi dove invece le cose sono tanto semplici. E viviamo lontani dalle vere preoccupazioni della gente normale! (p. 129)

Edizione utilizzata:
Artemio VITORES GONZALEZ, Con allegria francescana - Storie amabili nel mondo difficile della Terra Santa, Custodia di Terra Santa, Gerusalemme 2017

Dove si può trovare questo libro:
Il libro è autoprodotto da fra Artemio per cui se volete acquistarlo vi tocca andare a Betlemme e chiederglielo!

mercoledì 14 febbraio 2018

Carbone e diamante di Maria Gabriella Bortot

La normalità richiede che la vita proceda secondo i passi della tradizione: si nasce, si cresce, ci si sposa, si fanno figli, si muore. Nella normalità di una famiglia non vi è nessuna storia eccezionale, nulla che valga la pena di essere raccontato. Eppure, suor Maria Gabriella Bortot, in “Carbone e diamante”, racconta la straordinaria normalità di una famiglia, la sua, che ha vissuto una fede e un amore eccezionale. Due persone, Carlo e Ada, partiti da una situazione di estrema povertà, decidono di metter su famiglia e affrontano poi la migrazione in Belgio, lavorando nelle miniere che spesso sono diventate la tomba per molti minatori. Nella precarietà più assoluta, vivono un amore così straordinario da diventare di esempio per tutti: i familiari, i minatori, i vicini, la comunità. Un amore che ha alla base una fedeltà al Vangelo e al cristianesimo. Con un linguaggio dolce, a tratti poetico, eppure sempre puntuale, suor Maria Gabriella ci racconta della sua famiglia, inserendola nel contesto di un pezzo importante della storia dell’Italia repubblicana. Perché è nella quotidianità che si esprime appieno la santità.

Giudizio: consigliato

Se fosse cibo:
del risotto al radicchio: sa di casa, è semplice e richiama le domeniche in famiglia

Racchiuso in una frase:

Come tutte le storie vere, quella di Carlo e Ada non è stata perfetta, ma è stata grande. Nulla di insolito, solo la normalità espansa dall'amore e una piccolezza che a loro sfuggì ma non a Dio; trovò in essi l'umano che si attende nelle sue creature e riverberò sui loro volti i riflessi della Sua Bellezza. (p. 9)

Edizione utilizzata:
Maria Gabriella BORTOT, Carbone e diamante - Una fede nuziale per due, ilponte, Rimini 2015

Dove si può trovare questo libro:

Si può richiedere direttamente alla casa editrice scrivendo una mail a redazione@ilponte.com

giovedì 8 febbraio 2018

Mezzi fucili di Giancarlo Loffarelli

Per descrivere l’ultimo romanzo di Giancarlo Loffarelli, la prima parola che mi viene in mente è meta. No, non ho sbagliato l’accento, non volevo scrivere metà, anche se il titolo, “Mezzi fucili”, potrebbe suggerire questo concetto. Intendo “meta” perché siamo di fronte a un meta-romanzo, una meta-opera teatrale e anche un meta-giallo. Certo, bisogna parlare di un giallo senza svelarne la trama, altrimenti che gusto c’è? Semplicemente: in un paese in provincia di Latina, un teatro viene distrutto da un incendio doloso, due persone muoiono nel rogo, un uomo e una donna, e un magistrato viene incaricato delle indagini. Il mio metro di giudizio quando leggo un giallo è il seguente: se arrivo a 20/30 pagine dalla fine e non ho ancora idea di chi sia l’assassino, è un buon giallo. Quello di Loffarelli è di sicuro un buon giallo. Lo stile narrativo merita un’attenzione particolare: con echi che richiamano uno dei più grandi giallisti di sempre, Nicholas Blake, Giancarlo Loffarelli passa dal romanzo al testo teatrale fino a lambire la sceneggiatura. Nonostante in alcuni tratti il ritmo della narrazione rallenti e alcuni passaggi siano un poco macchinosi, ma l’opera è ricca di spunti letterari di grande interesse e di colpi di scena, per appassionati del genere e per tutti coloro che amano la buona letteratura.

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo:
due fette di panzanella, tipica bruschetta di Sezze, città d'origine dell'autore

Racchiuso in una frase:

Perché scrivo? Cosa voglio raggiungere scrivendo? Non mi piace lanciare messaggi, ma non sono particolarmente appassionato a raccontare storie: nella vita, intendo. E quando scrivo, non sono nella vita? Fondamentalmente, mi piace vedere (ascoltare) storie ben intrecciate, capaci di suscitare forti emozioni con l'intreccio della storia e non con la storia in quanto tale e, di conseguenza, mi piace provare anch'io a intrecciarle. (p. 181-182)

Edizione utilizzata:
Giancarlo LOFFARELLI, Mezzi fucili - Le colonne, ilmiolibro.it, Roma 2017

Dove si può trovare questo libro:
In tutte le librerie e online sui principali siti dove si possono acquistare libri (lafeltrinelli.it, ibs.it).

Recensione pubblicata su ilmegafono.eu

venerdì 2 febbraio 2018

La rabbia di Autori Vari

Se dovessimo descrivere il sentimento comune a larga parte dei trentenni di oggi, forse la parola più ricorrente sarebbe “La Rabbia”, come recita il titolo di questa raccolta di graphic novel. Partendo dalla Rabbia, alcuni autori tra le leve più interessanti del panorama italiano contemporaneo, hanno voluto rappresentare questo sentimento attraverso i loro racconti. Ironici, surreali, distopici, a volte anche aggressivi, la narrazione ci parla di una generazione cresciuta negli anni ‘80 e ‘90 e che ha visto chi veniva prima prendersi il futuro dei giovani. La narrazione è davvero forte e la denuncia sociale è incombente, ci racconta di una sospensione di vita che i trentenni di oggi vivono, tra precariato e mancanza di prospettiva. Gli autori, Bambi Kramer, Filosa/Noce, Hurricane, Nomisake/Trapani, Ratigher, Sonno, Tso/Primosig e Zerocalcare, hanno partecipato e partecipano al festival autogestito Crack! del Forte Prenestino a Roma. Si tratta di un festival unico nel suo genere, dove gli autori si autogestiscono in totale libertà, creando una gioiosa anarchia. Nel libro, questa anarchia viene rispettata attraverso gli stili completamente diversi e la rappresentazione multiforme di una stessa realtà. Un libro davvero indispensabile per gli appassionati del genere!

Giudizio: imperdibile

Se fosse cibo:
Sarebbe un piatto con più scomparti, con cibo diverso: agrodolce, amaro, piccante... che insieme fanno un sapore unico e irripetibile.

Racchiuso in una frase:
Ecco il punto è questo: camminiamo, ci spostiamo, ci svegliamo... poi ad un certo punto ridiamo pure e l'equilibrio c'è. E' là. Io vorrei fare una domanda, anche se per la risposta ci sarebbero da dare troppe spiegazioni. Ma è arrabbiandoci che ce ne fottiamo o è la rabbia che ci sta fottendo? (p. 197)

Edizione utilizzata:
Autori Vari, La rabbia, Einaudi, Torino 2016

Dove si può trovare questo libro:
In tutte le librerie e online sui principali siti dove si possono acquistare libri (mondadoristore.it, ibs.it).