Giuseppe Di Vittorio
Avendo vissuto il dramma di una morte precoce del padre a causa di un incidente sul lavoro (e quanti morti bianche ci sono oggi in Italia?), Di Vittorio inizia giovanissimo a lavorare come bracciante nelle campagne del Tavoliere delle Puglie e, tra gli stenti, non rinuncia alla propria cultura e, dopo aver imparato a leggere e scrivere, cercava ogni occasione per apprendere quanto più gli era permesso. Antifascista militante e sindacalista attivo, Di Vittorio venne eletto per la prima volta mentre era in carcere a causa delle sue attività; rifugiatosi all'estero dopo la condanna a 12 anni per attività antifasciste, Di Vittorio vi rifonda la CGIL e mantiene posizioni antistaliniste e con l'ottica di tenere unite la componente socialista e la componente comunista (quanto bisogno avrebbe il centrosinistra di oggi di riscoprire se stesso e la propria identità?). Nel secondo dopoguerra diventa il segretario della CGIL con posizioni chiare e a volte scomode al PCI: in occasione dell'invasione dell'Ungheria da parte dell'URSS, fece votare un documento che dichiarava «L'intervento sovietico contraddice i principi che costantemente rivendichiamo nei rapporti internazionali e viola il principio dell'autonomia degli Stati socialisti» scatenando le ire di Togliatti (e quanto sarebbe necessaria oggi una posizione antibellica chiara e precisa?)Altiero Spinelli
Fondatore del Movimento Federalista Europeo e europeista convinto, Spinelli può ancora oggi insegnarci qualcosa su ciò che è Europa e su ciò che dovrebbe essere: arrestato per attività antifasciste, staccatosi presto dalle posizioni staliniste, con Rossi e Colomi scrisse il "Manifesto di Ventotene", scritto che viene considerato fondatore della dottrina federalista europea. Dalla catastrofe europea (e basta vedere i telegiornali per capire che siamo in una neo-catastrofe di stampo economico), Spinelli vede una uscita unicamente in quanto organizzazione federale che possa, con l'Unione, essere forte a livello internazionale e portare nel mondo un esempio vero di rispetto dei diritti e della democrazia. Riprendere il progetto federalista dovrebbe essere la linea che il centrosinistra (e direi in generale l'Italia) dovrebbe intraprendere per un nuovo impulso che possa farci uscire, insieme ai nostri fratelli europei, dalla crisi.Mons. Oscar Romero
Se dobbiamo guardare al mondo cattolico e oltre i nostri confini, cercando magari di incuriosire gli elettori di una sinistra lontana da questo mondo, io metterei nel Pantheon questo vescovo di El Salvador: nato conservatore e morigerato, attento a non dare fastidio ai poteri forti, una volta sceso dal suo piedistallo e toccata con mano la povertà e la repressione militare, abbandona le sue precedenti idee e comincia a stare dalla parte degli ultimi lottando contro il regime e favorendo la creazione di comunità di base. Quando divenne arcivescovo di San Salvador rifiutò donazioni da famiglie facoltose ma vicine al regime repressivo decidendo di vivere in una piccola stanza affianco ai malati terminali di cancro. E' la Chiesa che accetta gli ultimi, quella vicina ai più poveri, quella che rifiuta il potere e denuncia apertamente i soprusi, quella che si sacrifica e muore (Romero venne ucciso da un sicario mentre celebrava la messa e subito dopo una omelia di fuoco contro il regime autoritario).Questi sono i tre che avrei detto... Ovviamente ne possiamo aggiungere altri ma la mia domanda è: perché a nessun candidato è venuto in mente uno di quei personaggi che sono venuti in mente a milioni di italiani?
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