lunedì 26 novembre 2018

L'Islam, religione dell'occidente di Massimo Campanini

La vulgata nel mondo occidentale, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, considera l’islam una religione avulsa dalla propria natura, fatta di regole e restrizioni immaginate e costruite da uomini con vesti ampie a bordo di un cammello. Spazzando via i preconcetti dall’immaginario collettivo, Massimo Campanini, professore a Trento, in un breve saggio ci mostra quanto invece l’islam sia profondamente innestato nella cultura occidentale. Partendo dalle origini della “rivelazione” a Muhammad, Campanini compie un’opera di decostruzione e ricostruzione dell’islam alla luce del cristianesimo (e del Vangelo) e, in maniera minore, dell’ebraismo. Si scoprono così le origini egizie del monoteismo e la sua evoluzione, dal Dio esclusivo degli ebrei, alla Trinità dei cristiani sino ad Allah, Dio, dei musulmani. Un’analisi davvero interessante, che ribalta il pensiero comune mostrando radici “occidentali” dell’islam e “orientali” del cristianesimo. Un saggio divulgativo, per chi ha già un'infarinatura dell’argomento.

Giudizio personale: imperdibile.

Se fosse cibo: 
Un sorbetto di frutta, classico della nostra tradizione, che però deriva dall’arabo sciarbat e nasce come granita con spremuta di agrumi. 

Racchiuso in una frase:
Il patrimonio della filosofia e della scienza greca, da Aristotele a Euclide, da Tolomeo a Galeno, fu salvato dall'Islam dal disastro del crollo del mondo antico; e l'Islam, attraverso la mediazione della Spagna e della Sicilia soprattutto, terre di confine e di interazioni culturali, trasmise Aristotele e la scienza greca alle Università europee, da Parigi a Oxford a Padova e Bologna. (p. 111)

Edizione Utilizzata:
Massimo CAMPANINI, L'Islam, religione dell'occidente, Mimesis, Sesto s. Giovanni (MI) 2016

Dove trovare il libro:
E' facilmente reperibile in tutte le librerie e nelle maggiori librerie online italiane (mondadoristore.it, lafeltrinelli.it, ibs.it

Recensione pubblicata su ilmegafono.eu

Ora dimmi di te di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri, scrittore siciliano di Porto Empedocle, è forse lo scrittore italiano più conosciuto degli anni a cavallo tra il 20^ e il 21^ secolo. La vita di Camilleri è stata raccontata in molti libri e ogni volta che si legge la biografia del prolifico scrittore si scopre quanto sia straordinaria e quanto allo stesso tempo lui sia rimasto il Camilleri di sempre. Superati i novant’anni e con la cecità che avanza, ha deciso di scrivere, o meglio di dettare, “Ora dimmi di te - lettera a Matilde”, un flusso di coscienza dove racconta la sua vita, dall’infanzia fascista alle prime ribellioni alle idee autoritarie, dagli inizi precari a Roma fino al successo teatrale, per concludere con quello letterario. Si scopre un Camilleri tenero con la famiglia, esigente come insegnante e regista, spontaneo come scrittore. La lettera si rivela anche un buon excursus sulla storia italiana del ‘900 e su alcuni avvenimenti storico/politici. Un testo adatto anche a chi non è un appassionato dell’autore siciliano.

Giudizio personale: imperdibile

Se fosse cibo: 
Cobaita: un dolce natalizio a base di semi di sesamo

Racchiuso in una frase:
Matilda, mia cara,
ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni dal mio novantaduesimo compleanno, mentre tu hai quasi quattro anni e ancora non sai cosa sia l'alfabeto. (p. 5)

Edizione Utilizzata:
Andrea CAMILLERI, Ora dimmi di te - Lettera a Matilda, Bompiani, Milano 2018.

Dove trovare il libro:
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Cinzia di Leo Ortolani


Leo Ortolani, disegnatore di Parma, è uno dei più conosciuti e prolifici fumettisti italiani degli ultimi anni. Affermatosi grazie alla saga di Rat Man, eroe sbadato e lunatico parodia delle saghe eroiche americane, Ortolani affronta con ironia i vari aspetti della società contemporanea. Uno dei personaggi più amati della saga di Rat Man è Cinzia, transessuale platinata, innamorata non corrisposta dell’eroe. Ortolani in questa storia ci racconta l’origine del personaggio: come ha fatto il giovane e brillante Paul a diventare Cinzia? La graphic novel ci porta nello stato d’animo di una persona che cerca di essere se stessa e di trovare la propria natura. Con lo stile che lo contraddistingue, Ortolani non manca di demolire con sarcasmo sia la società, che non accetta Cinzia in quanto trans, sia lo stesso mondo gay, che con le sue trasgressioni e i suoi eccessi rischia di fare più male che bene ai propri membri. Sono curiosi anche gli intermezzi “musical”, che rendono il racconto ancor più divertente. Una bella storia, proprio alla Ortolani!

Giudizio personale: imperdibile

Se fosse cibo:
Un cocktail: long island o bloody mary, a seconda dei gusti!

Racchiuso in una frase:
La cosa migliore da fare sarebbe lasciare perdere. Che quando mi innamoro di qualcuno sono in grado di fare qualunque cosa. Anche l'uomo. (p. 111)

Edizione Utilizzata:
Leo ORTOLANI, Cinzia, BAO, Milano 2018.

Dove trovare il libro:
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Articolo pubblicato su ilmegafono.eu

domenica 18 novembre 2018

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano

Qualche anno fa uno studente di fisica di Torino è salito alla ribalta nazionale grazie a un libro che è diventato rapidamente un dei best-seller. "La solitudine dei numeri primi" è la storia di un ragazzo e una ragazza, entrambi segnati fin da piccoli da un dramma, e delle loro vite che inevitabilmente finiscono per intrecciarsi. Premio Strega e Premio Campiello-Opera prima 2008, il libro scorre lento e inesorabile, le atmosfere sono descritte in modo essenziale e anche su un treno chiassoso (dove l'ho letto io) ti trovi presto alla fine.
In un'atmosfera sospesa tra il detto e non detto, alla fine lascia più dubbi che certezze, ma in fondo anche la vita è così...
Per essere un'opera prima non è male: descrizioni brevi e concise, costruzione dei personaggi buona, alone di mistero che ti porta a cercare di capire cosa succederà... Il problema è che alla fine si raccontano due normalità e le storie più "interessanti" vengono abbandonate quasi subito tra clichés e non detti. 

Giudizio personale: accettabile

Se fosse cibo:
Vitello tonnato: carne di fassone marinata nel vino bianco, bollita e tagliata a fettine sottili, ricoperta di salsa tonnata.

Racchiuso in una frase:
Vivevano la lenta e invisibile compenetrazione dei loro universi, come due astri che gravitano intorno a un asse comune, in orbite sempre più strette, il cui destino chiaro è quello di coalescere in qualche punto dello spazio e del tempo. (p.156)

Edizione Utilizzata:
Paolo GIORDANO, La solitudine dei numeri primi, Mondadori, Milano 2008

Dove trovare il libro:


E' ordinabile in tutte le librerie, nelle maggiori librerie online italiane (mondadoristore.it, lafeltrinelli.it, ibs.it) e nelle bancarelle online dell'usato (www.comprovendolibri.it, www.abebooks.it)

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domenica 4 novembre 2018

La giustizia non sta mai zitta di Oscar Romero

Quando si pensa ad un santo e quando, in particolare, tale santo è anche un Vescovo, ciò che potrebbe venire in mente è una figura ingessata, molto ligia al dovere, preoccupata di dare una immagine positiva della Diocesi e del proprio Clero. Oscar Romero non era nulla di tutto questo: in mezzo ad una dittatura forte e repressiva come quella presente negli anni ottanta a San Salvador, Romero dalla radio della diocesi non smetteva di raccontare la verità, di piangere i morti, di chiedere giustizia al governo per i desaparecidos, di chiedere per i contadini e per i più poveri condizioni lavorative dignitose. Gli estratti pubblicati ne "La giustizia non sta mai zitta" ci danno una visuale ampia di come riuscisse a coniugare la fede con la giustizia sociale, mostrando un cristianesimo solidale. Per le sue parole Romero è stato assassinato il 24 marzo 1980.

Giudizio personale: imperdibile

Se fosse cibo:
Tamales, piatto tipico della cucina salvadoregna fatto di carne di manzo o pollo avvolta in pasta di mais e bollita in una foglia di mais.

Racchiuso in una frase:

Mi diceva un poverello una frase che certo non dimenticherete, così come non la dimentico io: “Il fatto è che la legge, monsignore, è come un serpente: morde soltanto noi che giriamo scalzi” (p. 127)

Edizione Utilizzata:
Oscar ROMERO, La giustizia non sta mai zitta, Piemme, Milano 2015

Dove trovare il libro:
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sabato 3 novembre 2018

Sgobbo di Giosuè Calaciura


Il momento della lettura è scandito, per me, dall’attesa del treno e dal viaggio. Seduto su una panchina in stazione mi si affianca un ragazzo e, incuriosito dal mio libro, mi chiede: cosa stai leggendo? Com’è il libro? È il terzo racconto di Giosuè Calaciura che leggo. Ed è un autore difficile. Scrive bene e le immagini che evoca sono profonde, forti. In Sgobbo Malacarne ci racconta il dramma della prostituzione attraverso la storia di una donna che fugge dall’Africa per approdare in lidi più sicuri e che si ritrova, suo malgrado, a prostituirsi. La prosa di Calaciura, però, non è un semplice racconto quanto piuttosto un flusso di coscienza, una serie di gironi danteschi che parlano di violenza, morte, distruzione fisica e psicologica con una ossessione continua: il sesso. Non l’arte amatoria ma il sesso relegato a mero istinto, atto unicamente fisico da sfogare con forza e anche con violenza. Un racconto vero, senza buonismi, crudo fino all’eccesso, che lascia al lettore un senso di disagio, un fastido asfissiante. Confesso che alla terza pagina avevo voglia di abbandonarlo. Andare fino in fondo è stato un dovere.

Giudizio personale: accettabile

Se fosse cibo:
Cous cous: piatto che accomuna la tradizione siciliana a quella africana

Racchiuso in una frase:

Ci affacciavamo al tramonto per controllare dal balcone i vicoli del quartiere delle case d'Africa, come le condotte dell'acqua si aprono a orari concordati e lasciano defluire i clienti che vogliono scopare prima di cena perché risveglia l'appetito. Nell'attesa spingevo lo sguardo in cerca del mare perché da domani avrei affrontato le strade aperte del ficca-ficca oltre il limite della Marina, tra i vicoli del porto dove si sentono i respiri delle navi all'ormeggio che goccia a goccia versano clandestini indesiderati nascosti nei sacchi del caffè d'Arabia, nelle balle di riso indiano, nei cartoni zuccherati dei datteri. (p. 13)

Edizione Utilizzata:
Giosuè CALACIURA, Sgobbo, Baldini&Castoldi, Milano 2002

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venerdì 2 novembre 2018

Riccardin dal ciuffo di Amélie Nothomb

A volte capita di seguire e inseguire un autore senza mai riuscire a leggerne nulla. In uno dei miei acquisti su ibs.it mi sono imbattuto in “Riccardin dal ciuffo” nella versione di Amélie Nothomb. E, sorpresa, mi è stata anche inviata una versione autografata! Che dire... nella citazione di Perrault, la scrittrice belga ci racconta di due vite opposte ma convergenti: Deodato, brutto sin dalla nascita ma estremamente intelligente, trova nell’ornitologia la sua via; Altea, bellissima ma un po’ lenta, trova nei gioielli la sua strada. Le loro vite si svolgono in una Parigi che non manca di fascino e di personaggi fuori dalle righe, in un parallelismo paradossale che non perde il contatto con la realtà. Lo stile di scrittura è scorrevole, la storia ben costruita, i dialoghi mai banali. Un mondo quasi onirico, che però non dimentica il quotidiano. Un’autrice da scoprire e da seguire.

Giudizio personale: imperdibile

Se fosse cibo: 
Un bel bicchiere di champagne, ricordo del primo incontro tra i protagonisti

Racchiuso in una frase:
-Non ha fatto gli esercizi questo fine settimana.
- Sì, è vero.
- Non deve dimenticarsene. Lei sta costruendo una muscolatura da cui dipenderà tutta la sua vita futura. due giorni di pausa sono un sacco di tempo perduto.
- Mi piace essere gobbo. Toccare la gobba di un gobbo porta fortuna.
- I gobbi una volta morivano prematuramente di asfissia. Non è quello che vuole, no?
- Lo scrittore italiano Erri de Luca dice che un gobbo è un uomo a cui sta spuntando un paio di ali sulla schiena.
- Interpretazione molto carina ma fantasiosa. (p. 81)

Edizione Utilizzata:
Amélie NOTHOMB, Riccardin dal ciuffo, Voland, Roma 2017

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giovedì 1 novembre 2018

La prigioniera di Debra Jo Immergut

Il carcere è una realtà davvero difficile, dove la mancanza di libertà e il forte nonnismo presente si aggiungono a quella che spesso è una pena sproporzionata e ingiusta. Il suicidio è un pensiero che purtroppo si fa di frequente in carcere. Per combatterlo le carceri offrono un servizio di sostegno psicologico ai detenuti. È il caso di Miranda, che si trova di fronte allo psicologo Frank ma qualcosa non va per il verso giusto... Parte da qui la trama del romanzo “La prigioniera”, della scrittrice americana Debra Jo Immergut. Frank conosce Miranda perché era il suo grande amore del liceo e una fiamma si riaccende. Come farà lo psicologo ad aiutare la detenuta? L’idea del romanzo è buona, anche se vi sono infiniti riferimenti alla serie Netflix “Orange is the new black”. L’intreccio è in parte scontato e il finale quasi surreale. Peccato, prometteva bene.

Giudizio: accettabile

Se fosse cibo:
un bicchierino di Rakja, tipico liquore balcanico... arrivate a fine libro e capirete perché!

Racchiuso in una frase:

Avete mai sperimentato l'amore impossibile? Avete mai combattuto con i lupi e con i demoni? Avete rasentato i margini, flirtato con scelte sbagliate, mirato alla bontà, aspirato alla grandezza? (p. 295)

Edizione Utilizzata:
Debra Jo IMMERGUT, La prigioniera, Corbaccio, Milano 2018

Dove trovare il libro:
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