mercoledì 17 ottobre 2012

Politica ed informazione italiane... sorde - La mia storia sul web

 Qualche tempo fa mi approcciai al tema dei sordi e della LIS (Lingua Italiana dei Segni): ecco il mio articolo integrale e, un po' come Report, poi scriverò cosa è successo un anno e mezzo dopo...

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post pubblicato il 16 marzo 2011
 

La cosa che mi spinge a scrivere questo articolo è stata la notizia, appresa per caso, dello stato di mobilitazione delle persone sorde: mi sono messo quindi a cercare sui siti dei maggiori quotidiani nazionali ma non ho trovato niente di interessante e/o importante.

Alla "sordità" dell'informazione italiana voglio, nel mio piccolo, sopperire con questo breve escursus sulla problematica.

Utilizzando quindi parte del discorso tenuto al Senato della Repubblica dal Sen. Oskar Peterlini (qui trovate un'ampia documentazione) vorrei un po' venire a capo della questione.
"La LIS è la lingua visivo-gestuale adoperata dalle comunità dei sordi in Italia. Essa ha una struttura assai diversa dalla lingua italiana (parlata) dato che, nel corso della storia, sordi ed udenti non sono stati molto in contatto.
    La LIS, come le altre lingue segnate, non è dunque una pantomima con segni prodotti a caso come molte persone pensano, bensì è una lingua vera e propria con una sua grammatica. Analogamente a quanto avviene per le lingue vocali, ogni nazione ha una propria lingua dei segni, con ulteriori varietà regionali e addirittura con qualche differenza lessicale nell’ambito della stessa città, dovuta a quanto ancora sopravvive delle diversità linguistiche un tempo esistenti tra i vari istituti per sordi.
    I sordi in Italia sono oltre 70.000, includendo in questa cifra sia coloro che sono nati sordi o che sono diventati sordi nei primi anni di vita (e quindi non hanno potuto acquisire il linguaggio parlato come bambini udenti, a causa della sordità), sia le persone che sono diventate sorde dopo aver appreso il linguaggio parlato. Specie per i primi, i cosiddetti «sordomuti», che possono imparare la lingua parlata solo dopo un iter di riabilitazione, nasce la necessità di uno strumento quale la LIS, con una propria specificità morfologica, sintattica e lessicale.
    In Europa la lingua dei segni ha avuto un riconoscimento al più alto livello con due risoluzioni del Parlamento europeo, del 17 giugno 1988 e del 18 novembre 1998, relative appunto alla lingua dei segni dei sordi e con la risoluzione dell’Unesco resa a Salamanca nel giugno 1994. I sordi utilizzano figure professionali quali l’interprete LIS e gli operatori (per esempio gli assistenti alla comunicazione) garantendo attraverso l’uso della LIS risultati ottimali per la formazione di soggetti affetti da sordità.
    L’Unione europea dei sordi (European Union of the Deaf), con sede in Bruxelles, creata nel 1985, e che rappresenta attualmente le associazioni di ventiquattro Stati membri dell’Unione europea (Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno unito, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) ha più volte sollecitato, con atti formali, tutti gli Stati membri dell’Unione europea ad accettare legalmente la lingua dei segni di ciascun Paese nell’ambito della struttura della Carta europea delle lingue minoritarie.
La lingua dei segni rappresenta una forma di integrazione dei non udenti nella società degli udenti a condizioni per loro eque. Proprio per rafforzare la protezione e promozione dei diritti umani delle persone con disabilità e per abbattere la barriera della comunicazione quale forma di emarginazione, sembra quindi giunto il momento per l’Italia di dare alla LIS pieno riconoscimento, equiparandola ad una qualsiasi lingua di minoranza linguistica.
È in questo senso che la LIS deve essere per noi considerata «lingua non territoriale» della comunità dei sordi, equiparando tale definizione a quella della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, fatta a Strasburgo il 5 novembre 1992, articolo 1, lettera c)."

Qual'è il problema? da questo discorso non si è fatto nulla: il passato Governo Prodi è arrivato alla fine dell'iter legislativo, ma la sua caduta ha impedito che la legge fosse approvata.

L'attuale Governo è rimasto a lungo "sordo" alle sollecitazioni della comunità dei sordi e degli interpreti LIS, tanto da promettere a più riprese un intervento legislativo mai arrivato.

I sordi pian piano cercano di prendere in mano la situazione e il 14 ottobre scorso hanno organizzato un sit-in per chiedere il riconoscimento di questa lingua.

Ed arriviamo ad oggi: l'Ente Nazionale Sordi (ENS) emana questo comunicato stampa
"L’Ente Nazionale Sordi Onlus annuncia lo stato di agitazione per la mancata approvazione del Disegno di Legge sul riconoscimento della Lingua dei Segni, di nuovo impantanato in I Commissione Affari Costituzionali del Senato in sede deliberante, dopo quasi un anno di attesa in Commissione Bilancio.

A comunicarlo è il Presidente Nazionale ENS Ida Collu, che teme che l’inspiegabile nuovo stop dell’iter legislativo del provvedimento, proprio quando la Commissione Bilancio si era espressa positivamente sul testo e sugli emendamenti, nasconda il tentativo di rimettere in discussione il contenuto del provvedimento proprio quando si attende soltanto il voto.“Non c’è più tempo”, aggiunge Ida Collu, per modificare un testo su cui si sono già tenute audizioni, che ha già cambiato tre volte versione e che ha finalmente ricevuto il via libera dalla Commissione Bilancio”.Qualsiasi modifica al testo attuale, oltre quella indicata dalla Commissione Bilancio, non avrebbe altro effetto che snaturare il provvedimento, regalando ai sordi italiani, dopo oltre vent’anni di attesa, una legge beffa.
 “Chiediamo soltanto”, conclude Ida Collu, “che la Repubblica riconosca la Lingua dei Segni senza “se” e senza “ma”, così come previsto dall’art. 21 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che il nostro Paese si è impegnato ad attuare ratificandole con la legge 3 marzo 2009 n. 18”.


allora la mia domanda è: chi è il vero sordo in tutta questa faccenda?


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Mi direte: dal 2011 le cose sono sicuramente cambiate vero? Nulla: la legge è arenata.

Secondo molti, anche molto vicini ai sordi, la LIS non è una lingua e riconoscerla come tale significherebbe  considerare i sordi come minoranza; i sordi "Si considerano cittadini italiani a tutti gli effetti e la loro lingua è quella italiana. Per questo ci siamo opposti all’idea di riconoscere la Lis come lingua di minoranza delle persone sorde in base all’articolo 6 della Costituzione come prevedeva il testo approvato al Senato" (dal Corriere del 12 Febbraio 2012).

La mia domanda è: riconoscere la LIS come lingua toglie i diritti civili ai sordi? Che forse un altoatesino (o sudtirolese) non è cittadino italiano come gli altri? Che i sordi non possano comunicare con una lingua a loro comprensibile e che possano pretendere che negli uffici ci siano persone capaci di comunicare con loro? Che i professionisti interpreti di LIS non possano avere una formazione adeguata e una preparazione specifica riconosciuta a livello universitario (come per le altre lingue), mina i diritti delle persone sorde di essere cittadini?

Garantire i diritti alle persone con disabilità non significa toglierne la dignità...

Inoltre mi auspico che i diritti delle persone con disabilità e dei lavoratori che mettono passione e competenza nel proprio lavoro di tutela e assistenza siano oggetto della ormai imminente campagna elettorale (e prima ancora delle primarie) perché, come abbiamo visto, ci sono degli impegni assunti che ancora non sono stati rispettati.


Allora la mia domanda si ripete: chi è il sordo?



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