Racchiuso in una frase:
Nei decreti sinodali di Gregorio VII scompare il tradizionale divieto per i chierici di portare le armi; i documenti da lui emessi sono tessuti di immagini, citazioni e metafore bellico-militari desunte dall'Antico Testamento: l'autorità della Chiesa è il gladio. La militia Christi metaforica, cioè originariamente contrapposta - in quanto militia spirituale - alla militia saecularis, diviene invece letteralmente militarizzata. È così che, sul piano teologico e canonistico, si pongono le premesse affinché sia attribuito al miles Christi uno statuto che sembrerebbe incarnare la sua antitesi: quello del martire. Chi si reca in terrasanta o combatte in Europa morendo in battaglia conquista la palma del martirio e, come i martiri, guadagna ipso facto il paradiso. Dall'XI secolo la ri-funzionalizzazione del martire, testimone della fede, e del suo stesso statuto soteriologico passano dunque attraverso la cristianizzazione della violenza più che attraverso la riqualificazione cristiana della pace. (p. 69)
Edizione utilizzata:
Piero CAPELLI Paolo NASO Letizia PELLEGRINI, Violenza e non violenza nella tradizione ebraico-cristiana. A cura di Brunetto Salvarani. Con un saggio inedito di Pietro Lombardini, EDB, Bologna 2021.
Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e anche in formato elettronico nelle librerie online (ibs.it, bookdealer.it, mondadoristore.it)
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