Nel '900 una delle letterature che più hanno segnato l'immaginario collettivo è quella fantascientifica. Cinema, arte, televisione non si sono sottratte da una influenza che, nell'epoca della tecnica spinta, auspicava un mondo diverso, più facile, più libero. È una letteratura che, proiettandosi nel futuro, affronta i temi concreti del presente. Spesso si pensa alla letteratura statunitense e si trascura un filone davvero interessante che ne ha fatto da contraltare: la letteratura sovietica. Nel 1972 a cura di Jacques Bergier esce per il mondo francofono
Science fiction soviétique, una raccolta di racconti davvero molto interessanti che fanno scoprire al lettore un punto di vista inedito. Nell'introduzione il curatore definisce la fantascienza sovietica come
la migliore al mondo. Superato lo scoglio linguistico, questo testo riporta in vita storie forse perdute che meriterebbero una edizione e una traduzione in italiano. Lettura per appassionati!
Se fosse cibo:
Sicuramente del Borsh, zuppa di barbabietola molto diffusa nei paesi sovietici.
Racchiuso in una frase:
Aveva il tempo di notare - per abitudine professionale - il suo aspetto esterno, il suo modo caratteristico di stare in piedi e parlare. Ma l'esterno di un uomo è come la facciata di un edificio. Possiamo contare tutti i mattoni uno per uno e non avere nozione di anima e passioni, gioie e dolori che si nascondono dietro il muro impenetrabile. (p. 205)
Edizione utilizzata:
Jacques Bergier (a cura di), Les meilleurs histoires de science-fiction soviétique, Bibliothèque Marabout, Verviers 1972.
Dove trovare il libro:
È reperibile sul sito maremagnum.com.
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