venerdì 9 agosto 2024

Trovare Dio nei libri: una riflessione sulla lettera di Papa Francesco

Può una lettera di 8 (otto) pagine riuscire a colpire e ad entrare dentro come un fulmine? Può un messaggio indirizzato ai sacerdoti e ai formatori dei sacerdoti parlare a me, uomo, laico, padre di famiglia?
Due sono i concetti che fanno entrare nel tema che Papa Francesco vuole sviluppare: il limite e la libertà. Anzitutto riconosce egli stesso il limite di parlare solo a sacerdoti e formatori: “analogamente, queste cose si possono dire circa la formazione di tutti gli agenti pastorali, come di qualsiasi cristiano” (n. 1), scrive. Un limite che questa lettera si porta fino alla fine ma che, grazie alla premessa, tutti possono superare.
Il secondo passaggio consiste nel considerare la letteratura parte della ricerca personale di Dio, di quel Cristo che si è fatto uomo, si è incarnato.
Tutto parte dall’esperienza di insegnante di Letteratura che il Papa ha fatto tra il 64 e il 65 e che gli ha fatto comprendere quanto essa sia importante per la spiritualità.
La mia vuole essere una breve riflessione. Pertanto rimando alla lettura completa del testo del Papa. Ci sono, però, alcuni punti che toccano ogni essere umano in ricerca.
Anzitutto la letteratura è uno degli strumenti del cuore in ricerca: non c’è una lista dei libri DA LEGGERE ma “dobbiamo selezionare le nostre letture con apertura, sorpresa, flessibilità, lasciandoci consigliare, ma anche con sincerità, cercando di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita.” (n. 7).
La letteratura poi fa parte del percorso di fede: già san Paolo e ne serviva per la predicazione (cfr. n. 12) così come hanno fatto intensamente anche i Padri della Chiesa (cfr. n. 11). Non si può parlare di un Cristo senza carne (cfr. EG 69 in n. 14) e, quindi, “un’assidua frequentazione della letteratura può rendere i futuri sacerdoti e tutti gli agenti pastorali ancora più sensibili alla piena umanità del Signore Gesù” (n. 15).
Leggere fa bene (cfr. nn. 16-19) e la letteratura è la voce di qualcuno (cfr. n. 21). Leggere aiuta a superare l’incapacità emotiva, caratteristica della nostra società odierna (cfr. n. 22).
Recuperando la definizione di sacerdote/poeta del teologo Karl Rahner, Papa Francesco ci introduce ad uno dei passaggi, per me, fondamentali:

“Nella letteratura, poi, sono in gioco questioni di forma di espressione e di senso. Essa rappresenta pertanto una sorta di palestra di discernimento, che affina le capacità sapienziali di scrutinio interiore ed esteriore del futuro sacerdote. Il luogo nel quale si apre questa via di accesso alla propria verità è l’interiorità del lettore, implicato direttamente nel processo della lettura. Ecco dunque dispiegarsi lo scenario del discernimento spirituale personale dove non mancheranno le angosce e persino le crisi. Infatti, sono numerose le pagine letterarie che possono rispondere alla definizione ignaziana di «desolazione».” (n. 26)

Non solo desolazione ma anche attenzione e digestione: per il Santo Padre la letteratura ci permette di mettere a fuoco la realtà (cfr. n. 30), tenendo conto di tutti gli aspetti. Ma per questo bisogna ruminare (cfr. n. 33), in quanto leggere è esercizio del pensiero, della riflessione, dell’interiorizzazione, cibo della spiritualità.
Leggere ci offre un cambio di prospettiva, ci aiuta a vedere il mondo con gli occhi degli altri, a diventare più sensibili ad esperienze diverse dalla nostra, ad ammettere le fragilità di ognuno e decentrare il lettore: 

“Nel riconoscere l’inutilità e forse pure l’impossibilità di ridurre il mistero del mondo e dell’essere umano ad una antinomica polarità di vero/falso o giusto/ingiusto, il lettore accoglie il dovere del giudizio non come strumento di dominio ma come spinta verso un ascolto incessante e come disponibilità a mettersi in gioco in quella straordinaria ricchezza della storia dovuta alla presenza dello Spirito, che si dà anche come Grazia: ovvero come evento imprevedibile e incomprensibile che non dipende dall’azione umana, ma ridefinisce l’umano come speranza di salvezza.” (n. 40). 

L’apologia della lettura che fa il Papa in questo messaggio diventa un invito non solo per i sacerdoti, non solo per i credenti, non solo per il periodo estivo ma per ogni situazione di vita, in ogni momento, per persone di ogni fede, a leggere nei libri le tracce del divino, del metafisico, di ciò che c’è oltre e anche attraverso i libri arricchire la propria spiritualità.

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Per una lettura integrale della lettera, potete trovarla utilizzando questo link