sabato 16 novembre 2024

Il silenzio della città bianca di Eva Garcia Sáenz de Urturi (2016)

Sono passati anni da quando un famoso conduttore televisivo è stato arrestato per un omicidio plurimo. Come ogni serial killer che si rispetti, aveva lasciato la sua firma sui cadaveri. Come è possibile, allora, che questi delitti siano ripresi se l’autore è ancora in prigione? È una casualità che questo omicida stia per uscire di carcere? Il silenzio della città bianca della scrittrice basca Eva Garcia Saénz de Urturi ci racconta di questo mistero. La location è una città tanto bella quanto sconosciuta fuori dalla Spagna: Vitoria-Gasteiz. Il giovane ispettore Unai López de Ayala cercherà di risolvere l’enigma aiutato proprio dal condannato, il professor Tasio Ortiz de Zàrate. Un thriller pieno di colpi di scena che, attraverso una sapiente maestria nel gestire i flashback, tiene il lettore col fiato sospeso fino alla fine. Protagonista anche la città basca, con i suoi abitanti, i suoi costumi, i suoi riti, i suoi segreti. Una ambientazione unica per un racconto ben riuscito. Appassionante!

Racchiuso in una frase:
A volte bastava solo questo: tendere l'orecchio e ascoltare. Molta gente che gira intorno a un omicidio ha tante cose da dirci e noi, gli investigatori, non ci badiamo, credendo di essere gli esperti, ma non li conosciamo, non conosciamo né gli aggressori né le vittime, mentre chi sta loro intorno sì. A volte basta solo ascoltare, pensai. 
Forse a lei non importa che io adesso sia muto, forse devo soltanto ascoltare. 
E la chiamai, credo che fosse un giorno di vento del sud, hego haizea, il vento dei pazzi, perché in un giorno di lucidità non le avrei telefonato, che senso aveva se non riuscivo nemmeno a parlare? (p. 545)

Edizione utilizzata:
Eva G. SÁENZ DE URTURI, Il silenzio della città bianca, Pickwick, Milano 2022.

Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e nelle librerie online (ibs.it, bookdealer.it, mondadoristore.it)

giovedì 31 ottobre 2024

Halloween, alba dell’eternità di Lucia Graziano e Paul Freeman (2024)

Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al cimitero recitava il grande Totò. Puntuale come un orologio, ogn’anno, in occasione della Festa dei Santi e della Commemorazione dei defunti, nascono fazioni opposte attorno alla festa di Halloween, da alcuni amata, da alcuni (spesso cattolici) osteggiata. La storica Lucia Graziano e il teologo Paul Freeman (nom de plume di Paolo Cilia) ci offrono, oserei dire finalmente, un percorso chiaro, sintetico, documentato e informato. Halloween, Alba dell’eternità accompagna il lettore alla scoperta delle vere origini di questa festa che non ha nulla a che fare con eventi macabri e delittuosi ma che trova le sue origini in antiche tradizioni cattoliche. Lucia Graziano ci mostra, documentando il tutto con una ampia bibliografia, come questa festa sia stata trasformata in quella che viviamo oggi da motivi storico/politici e dal consumismo. Paolo Cilia traccia un percorso pastorale/teologico per riportare questa festa alle sue origini. Un percorso davvero utile, che aiuta a comprendere la realtà contemporanea e a riportare una luce di verità in un mondo che spesso fa delle fake news la propria normalità. Illuminante.

Racchiuso in una frase:
Da ciò si evince che, originariamente, le lanterne di Halloween non rappresentavano, di per sé, il personaggio Jack o' Lantern (semmai, venivano associate alla lampada con cui si faceva luce); ed era dunque piuttosto raro (e subordinato all'estro artistico del singolo) che esse venissero intagliate a ricreare le fattezze di un volto umano. Quando gli immigrati irlandesi arrivarono negli Stati Uniti, presero presto l'abitudine di intagliare le più scenografiche zucche, sostituendole alle rape e alle barbabietole della loro tradizione: in tal modo, si appropriarono di una consuetudine che esisteva da tempo nel Nuovo Mondo, ma che era fino a quel momento associata al Giorno del Ringraziamento. Già da tempo, in quell'occasione, grosse zucche venivano intagliate con intricati motivi geometrici e floreali, a creare lanterne con cui abbellire le abitazioni; ed è registrata anche la consuetudine di utilizzare le cucurbitacee a mo' di centrotavola (p. 74)

Edizione utilizzata:
Lucia GRAZIANO - Paul FREEMAN, Halloween, Alba di eternità. Un itinerario di chiarificazione, Associazione culturale Zammerù Masilio, Roma 2024.

Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori sul sito Amazon.it

sabato 19 ottobre 2024

Il generale dell'armata morta di Ismail Kadare (1970)

A volte mi sorprende come siano presenti innumerevoli titoli sugli scaffali delle nostre librerie e poi alcune testi fondamentali come questo non siano più in commercio. Sì perché per leggere Il generale dell'armata morta dell'autore albanese Ismail Kadare ormai è necessario andare in biblioteca e prenderne una copia in prestito. Lo sforzo sarà ampiamente ripagato! Un anziano generale viene inviato in Albania per recuperari i corpi di una armata italiana dispersa. Seguendo il protagonista, il lettore scoprirà un mondo oggi dimenticato, fatto di invasioni, battaglie, tragedie, morte. Ciò che rimane dopo una guerra, infatti, non è la gloria dei vincitori e l'onore dei vinti quanto piuttosto uno spirito di morte che aleggia su tutto il romanzo e che dona al lettore un'ottica unica. Kadare è un grandissimo scrittore e questo romanzo ne è la prova. Andrebbe letto in tutte le scuole per ricordarci che guerra e colonialismo portano solo morte e distruzione!

Racchiuso in una frase:
Il generale sentiva che l'alcool gli dava alla testa. 'Adesso ho ai miei ordini un'intera armata morta', pensava. Solo che per uniforme hanno tutti un sacco di nylon. Un sacco azzurro sbarrato da due righe bianche e bordato di nero, fabbricazione speciale della ditta Olympia. Al principio c'erano solo alcuni plotoni di bare, poi, a poco a poco, si sono tormati compagnie e battaglioni e ora stiamo completando reggimenti e divisioni. Un intero esercito avvolto nel nylon.' (p. 116)

Edizione utilizzata:
Ismail KADARE, Il generale dell'armata morta, Longanesi, Milano 1970.

Dove trovare il libro:
Potete trovare la copia di questo libro più vicina a voi sul sito https://opac.sbn.it/.

mercoledì 9 ottobre 2024

Per le antiche scale di Mario Tobino (1972)

Un libro, venti racconti: questa può essere la sintesi estrema di un testo tanto importante quanto oggi quasi dimenticato. Sì perché Per le antiche scale di Mario Tobino ci porta all'interno di un manicomio e lo fa non solo in maniera simbolica ma in maniera fisica, mentale, spirituale. Nonostante sia uscito nel 1972, questo testo delicato quanto crudelmente reale, ci porta a focalizzare la situazione di quelli che una volta venivano definiti pazzi, con le difficoltà, le insicurezze, i disagi di questa condizione. Il lettore accompagna il dottor Anselmo nella sua progressiva consapevolezza della umanità, delle ferite che la società causa e fa sanguinare, non preoccupandosi di guarirle. Le ferite interiori sono quelle più difficili da vedere, da toccare, da scoprire. Ma dietro quei pazzi che per la società DEVONO essere rinchiusi, permane l'umanità e di fronte a loro è necessario fermarsi, tendere una mano, donare ascolto e comprensione. Intenso!

Racchiuso in una frase:
Abitavo al manicomio. Ero giovane e solo. Conducevo la stessa vita dei matti. La mattina parlavo con loro, il dopopranzo lo stesso. La sera in biblioteca rovistavo tra pagine recenti e antiche. Sopra di me aleggiava la dittatura. Per consolazione avevo la psichiatria. Rumina e rimugina, dona l'alba della vita, qualche idea giunge, personale convinzione, innocente conquista. Nei trattati di psichiatria di quel tempo con sicumera si proclamava che le malattie mentali si dividevano in due grossi blocchi: "Quelle dell'affetto. Quelle dell'intelletto." Nell'accensione del giovanile furore mi era sorta la sicurezza che non era vero. Le malattie psichiatriche sono quelle dell'intelletto. I sentimenti erano e rimanevano puri, indenni, non viziabili. All'invasione di una malattia mentale i sentimenti si ritirano, come in esilio; se ne vanno in una loro misteriosa e intoccabile isola, pronti a tornare appena l'alterazione mentale si è estinta. (p. 166)

Edizione utilizzata:
Mario TOBINO, Per le antiche scale. Una storia, Mondadori Milano 1972.

Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e nelle librerie online (ibs.it, bookdealer.it, mondadoristore.it)

venerdì 9 agosto 2024

Trovare Dio nei libri: una riflessione sulla lettera di Papa Francesco

Può una lettera di 8 (otto) pagine riuscire a colpire e ad entrare dentro come un fulmine? Può un messaggio indirizzato ai sacerdoti e ai formatori dei sacerdoti parlare a me, uomo, laico, padre di famiglia?
Due sono i concetti che fanno entrare nel tema che Papa Francesco vuole sviluppare: il limite e la libertà. Anzitutto riconosce egli stesso il limite di parlare solo a sacerdoti e formatori: “analogamente, queste cose si possono dire circa la formazione di tutti gli agenti pastorali, come di qualsiasi cristiano” (n. 1), scrive. Un limite che questa lettera si porta fino alla fine ma che, grazie alla premessa, tutti possono superare.
Il secondo passaggio consiste nel considerare la letteratura parte della ricerca personale di Dio, di quel Cristo che si è fatto uomo, si è incarnato.
Tutto parte dall’esperienza di insegnante di Letteratura che il Papa ha fatto tra il 64 e il 65 e che gli ha fatto comprendere quanto essa sia importante per la spiritualità.
La mia vuole essere una breve riflessione. Pertanto rimando alla lettura completa del testo del Papa. Ci sono, però, alcuni punti che toccano ogni essere umano in ricerca.
Anzitutto la letteratura è uno degli strumenti del cuore in ricerca: non c’è una lista dei libri DA LEGGERE ma “dobbiamo selezionare le nostre letture con apertura, sorpresa, flessibilità, lasciandoci consigliare, ma anche con sincerità, cercando di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita.” (n. 7).
La letteratura poi fa parte del percorso di fede: già san Paolo e ne serviva per la predicazione (cfr. n. 12) così come hanno fatto intensamente anche i Padri della Chiesa (cfr. n. 11). Non si può parlare di un Cristo senza carne (cfr. EG 69 in n. 14) e, quindi, “un’assidua frequentazione della letteratura può rendere i futuri sacerdoti e tutti gli agenti pastorali ancora più sensibili alla piena umanità del Signore Gesù” (n. 15).
Leggere fa bene (cfr. nn. 16-19) e la letteratura è la voce di qualcuno (cfr. n. 21). Leggere aiuta a superare l’incapacità emotiva, caratteristica della nostra società odierna (cfr. n. 22).
Recuperando la definizione di sacerdote/poeta del teologo Karl Rahner, Papa Francesco ci introduce ad uno dei passaggi, per me, fondamentali:

“Nella letteratura, poi, sono in gioco questioni di forma di espressione e di senso. Essa rappresenta pertanto una sorta di palestra di discernimento, che affina le capacità sapienziali di scrutinio interiore ed esteriore del futuro sacerdote. Il luogo nel quale si apre questa via di accesso alla propria verità è l’interiorità del lettore, implicato direttamente nel processo della lettura. Ecco dunque dispiegarsi lo scenario del discernimento spirituale personale dove non mancheranno le angosce e persino le crisi. Infatti, sono numerose le pagine letterarie che possono rispondere alla definizione ignaziana di «desolazione».” (n. 26)

Non solo desolazione ma anche attenzione e digestione: per il Santo Padre la letteratura ci permette di mettere a fuoco la realtà (cfr. n. 30), tenendo conto di tutti gli aspetti. Ma per questo bisogna ruminare (cfr. n. 33), in quanto leggere è esercizio del pensiero, della riflessione, dell’interiorizzazione, cibo della spiritualità.
Leggere ci offre un cambio di prospettiva, ci aiuta a vedere il mondo con gli occhi degli altri, a diventare più sensibili ad esperienze diverse dalla nostra, ad ammettere le fragilità di ognuno e decentrare il lettore: 

“Nel riconoscere l’inutilità e forse pure l’impossibilità di ridurre il mistero del mondo e dell’essere umano ad una antinomica polarità di vero/falso o giusto/ingiusto, il lettore accoglie il dovere del giudizio non come strumento di dominio ma come spinta verso un ascolto incessante e come disponibilità a mettersi in gioco in quella straordinaria ricchezza della storia dovuta alla presenza dello Spirito, che si dà anche come Grazia: ovvero come evento imprevedibile e incomprensibile che non dipende dall’azione umana, ma ridefinisce l’umano come speranza di salvezza.” (n. 40). 

L’apologia della lettura che fa il Papa in questo messaggio diventa un invito non solo per i sacerdoti, non solo per i credenti, non solo per il periodo estivo ma per ogni situazione di vita, in ogni momento, per persone di ogni fede, a leggere nei libri le tracce del divino, del metafisico, di ciò che c’è oltre e anche attraverso i libri arricchire la propria spiritualità.

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Per una lettura integrale della lettera, potete trovarla utilizzando questo link

domenica 30 giugno 2024

Platone è per domani? di Alessandro Salerno (2023)

L'insegnamento è una delle missioni più importanti in una società: essere accompagnatori nel processo di maturazione degli studenti è fondamentale nella crescita di persone e cittadini solidali. Platone è per domani? è il racconto di venti anni di esperienze di insegnamento di un professore di filosofia, Alessandro Salerno. Attenzione: non è una serie di temi alla Io speriamo che me la cavo ma una riflessione che, partendo dalle esperienze dirette, ricorda al lettore il vero senso della didattica. Partendo dal discente si può costruire un percorso che possa portare ad una crescita. Dalle conoscenze del docente si può costruire un percorso. Sia chiaro che in questo processo tutti imparano, studenti e docenti, in questo rapporto di scambio reciproco che non teme il cambio di epoche, il cambio di generazioni. Un libro che fa riflettere, dedicato al mestiere del docente e che riesce anche a strappare qualche sorriso. Interessante!

Racchiuso in una frase:
Ti dici che tu li ami se cerchi di fare bene il tuo lavoro. Ma questo lavoro lo fai bene per uno e male per un altro. Quella che è una carezza per Mario è un pugno per Simo-ne. La faccenda è molto complessa. Vorresti amarli uno per uno e a volte ti ritrovi a odiarli in blocco, magari per un'assenza collettiva che vivi come se una bella ti avesse dato buca a un appuntamento. Oppure quando non c'hanno voglia neanche di sbadigliare, si sono ritirati tutti tardi, c'era il compleanno di Stefania, piegano il capo sul banco, hanno staccato la spina, ti chiedono di staccarla anche tu per una volta. E vincono loro. L'odio episodico è comunque ancora un buon segno. Il peggio è chiaramente l'indifferenza. Ne vedi di colleghi che l'hanno raggiunta come fosse il nirvana. Mi dico che fino a quando questa peste non mi tocca sono ancora vivo. (p.64)

Edizione utilizzata:
Alessandro SALERNO, Platone è per domani? Cronache scolastiche del XXI secolo, Algra, Viagrande (CT) 2023.

Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e nelle librerie online (ibs.it, bookdealer.it, mondadoristore.it)

domenica 23 giugno 2024

L’insegnante di astinenza sessuale di Tom Perrotta (2007)

Nella provincia americana si intrecciano le storie di due persone profondamente diverse: Ruth, insegnante di Igiene al liceo, che per una frase pronunciata durante la lezione di educazione sessuale viene messa alla gogna e costretta a cambiare il programma, diventando insegnante di astinenza sessuale; e Tim, ex tossicodipendente e alcolista, che grazie a una chiesa conservatrice ritrova la retta via. Le loro vite, come in un imbuto, si intrecceranno fino al finale a sorpresa. Tom Perrotta in questo romanzo ci racconta un’America profonda, la stessa America che oggi ha messo Trump nello studio ovale; una società estremamente liberale, che ha all’interno sacche di conservatorismo espresse dal cristianesimo chiuso ed escludente di alcune chiese evangeliche. Già nel 2007, anno di uscita di questo libro, molto del trumpismo era in essere. Un romanzo che ci dona una visione antropologica lucida e perspicace.

Racchiuso in una frase: 
“Immagino che non hai scritto [il tema sull’uomo che ammiri di più] su di me” […] “Se proprio lo vuoi sapere” disse Abby, “l’ho fatto su Donald Trump”. L’immediato sollievo di Tim durò solo un paio di secondi. “Donald Trump? Mi prendi in giro?” “E’ figo” rispose sua figlia. “Non è figo, Abby. Fidati di me, almeno questa volta”. “E invece sì” insisté lei “A The Apprendice è fighissimo”. “Non ci posso credere, Donald Trump è il tuo eroe” “Non ho detto che è il mio eroe. Ho detto solo che lo ammiro”. “Per cosa?”. “E dai, papà. Tutti lo ammirano. Ha un grattacielo, un jet privato, un casinò e un programma tutto suo alla tv. Può fare quello che vuole”. “Questo significa solo che è ricco. Non che è una bella persona”. (p. 316)

Edizione utilizzata:
Tom PERROTTA, L’insegnante di astinenza sessuale, E/O, Roma 2009.

Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e anche in formato elettronico nelle librerie online, si trova soprattutto in digitale o usato (ibs.it, libreriauniversitaria.it, ebay.it)