Questo libro, pubblicato per intero nel 1909, può essere considerato una pietra miliare della letteratura mondiale. Potrebbero essergli affibbiate varie etichette: "Un libro che parla di un prete spretato svedese, che vive avventure tra il reale e l'onirico" oppure "Un testo con uno stile antico che oggi si farebbe fatica a leggere". E invece confermo la grandezza di questo libro, anche e soprattutto perché Selma Lagerlöf è stata la prima donna a vincere un premio Nobel, in particolare quello per la letteratura. Composto da episodi pubblicati sulla rivista svedese "Idun" a partire dal 1890, la saga di Gösta Berling ci porta in un mondo surreale, tra avventure e vita vissuta, tradimenti e riconciliazioni, morte e rinascite. Gösta, come un gatto, vive molte vite e in ognuna muore e rinasce. Un libro onirico, che ci fa immergere in una realtà perduta come la Svezia del primo '900.
Giudizio personale: Imperdibile
Un piatto di raspeball, gnocchi di patate norvegesi ripieni di carne. Come gli episodi di questa saga vanno giù uno dopo l'altro, uno più gustoso dell'altro.
Gli parve che il pavimento della chiesa precipitasse in un abisso senza fondo, che il tetto si sollevasse fino a permettergli di fissare il cielo. Era solo, completamente solo sul pulpito, e il suo spirito divenne alato e si librò verso gli spazi celesti, la sua voce si fece robusta e possente ed egli proclamò la gloria del Signore (p.12)
Selma LAGERLÖF,
La saga di Gösta Berling, Rizzoli, Milano 1949
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