Beh come ho postato due giorni fa, ho partecipato ad un seminario nazionale, organizzato da LVIA in partenariato con il Co.Co.Pa, Consorzio ONG piemontesi, Associazione Forlì nel Mondo LVIA, Associazione Vivi e lassa viviri (Palermo), Arciragazzi Firenze e la Cooperativa L'Arca di Cuneo, dal titolo Spazi di partecipazione e nuovi diritti in una società europea interculturale.
(questa la pagina facebook)
Dopo una esperienza così intensa ci vuole un momento di riflessione e io il mio lo voglio condividere.
Anzitutto quando sono andato mi aspettavo di affrontare i temi principali e portanti della due giorni: giovani&politica (in senso ampio) e cittadinanza (soprattutto nell'accezione di "diritto alla")
All'inizio mi sentivo un po' spaesato: sono arrivato quasi per caso e non facevo parte di nessun gruppo ma devo riconoscere che i "giochi" dell'educazione "non formale" hanno aiutato un po' tutti a sciogliersi e a socializzare. Prima tecnica quella delle interviste: a turno per 2 minuti ognuno intervistava un altro così poi da avere una "carta di identità" di ogni membro fatta da tutti i membri del gruppo. Ottima la tecnica dei limoni: ci è stato dato un limone e ognuno di noi doveva inventarsi una storia che poi doveva mettere insieme a quelle del gruppo e farne una rappresentazione scenica; da un lato c'è il senso di come dallo stesso oggetto si possano avere visuali e storie diverse e dall'altro lato si è venuta a creare una collaborazione stretta che ha permesso di conoscerci meglio.
Devo dire sinceramente che sono rimasto un po' perplesso dei "giochini", pur apprezzando tali attività, ma sono abituato a non giudicare un libro dalla copertina...
Il secondo giorno è stato davvero forte: in una sorta di "talk show" si è svolta una interazione davvero forte tra chi parlava e chi ascoltava che forse non si è espressa appieno per colpa della mancanza di tempo...
La scena che si presentava davanti al pubblico era davvero ampia e variegata con tutte le sfumature dei temi dei due giorni rappresentate sul "palco": il cittadino di origine straniera in Italia da 40 anni, l'educatrice, la donna straniera che odia il degrado provocato dagli stranieri, giovani musulmani che vivono il doppio problema cittadinanza/inclusione sociale, il giovane assessore leghista, i decisori politici... In scena anche i "collegamenti" con le piazze che non sono stati altro che portare le esperienze dalle città di provenienza e le buone pratiche da poterci scambiare.
Io credo che il talk show sia funzionato egregiamente e che, anzi, si dovrebbe riproporre ad una tv reale perché solo così si può stimolare il dibattito!
Il pomeriggio c'è stato un lavoro sulla città ideale partito dalla costruzione dei valori, dalla negoziazione degli stessi con chi ci sta di fronte, continuato con la costruzione di un modello di città reale in base a tali valori e concluso con la rappresentazione scenica della stessa. Credo che questa attività sia stata utile nell'ottica sia della negoziazione che nella riflessione su come rendere "reali" delle idee che forse un po' troppo spesso possono rimanere solo ragionamenti fini a se stessi.
Il terzo giorno abbiamo mostrato a tutti i concetti di città che i vari gruppi hanno sviluppato e, con alcuni decisori politici che già ci hanno raggiunto, abbiamo fatto un gioco di ruolo che simulava le dinamiche del mondo, della spartizione dei beni e delle classi sociali: anche qui le dinamiche che si sono venute a creare sono state molto vicine a quelle che riscontro nella vita reale e mi hanno fatto riflettere anche su me stesso e su come ragirei in un dato contesto.
Il word cafè è stato anche questo davvero arricchente: i tavoli erano divisi per argomenti (3 per cittadinanza e 3 per gioventù) e vi erano seduti i decisori politici con un facilitatore e noi partecipanti avevamo mezz'ora per discutere dell'argomento prescelto. E' stata una esperienza estremamente formativa e appagante vuoi perché ho sempre sognato di poter parlare a tu per tu con chi determina le scelte politiche e vuoi perché ho visto che nei vari schieramenti e nelle varie "stanze dei bottoni" c'è ancora gente che si siede ad un tavolo di giovani, che vuole che gli/le si dia del "tu" e che discute di e con te.
A Padova, città dove ho studiato, a Palazzo del Bo, sede storica dell'Università che ha dato la prima laurea al mondo ad una donna, c'è una scultura in vetro che simboleggia le Scienze Politiche: l'alveare con le api. Tutti dobbiamo lavorare per il bene dell'alveare e per la prosperità dello stesso. Spesso mi sono sentito come un'ape che deve lavorare non per la comunità ma solo per l'ape regina e per le mille api regine!
LVIA ha creato un ambiente nel quale ho sentito i decisori politici estremamente vicini a me, li ho sentiti api come me, persone che lavorano per il bene dell'alveare.
Beh alla fine i miei dubbi si sono sciolti: spero che esperienze del genere possano crearsi in tutta Italia e che piano piano la politica sia contagiata dal dialogo e dall'ascolto.
Speranza!
Grazie davvero, Kaddo. Anche per aver PARTECIPATO. Mi sono un po' commossa leggendo la tua sintesi e le tue impressioni. IO CI CREDO. E SE CI CREDIAMO TUTTI CE LA FACCIAMO!
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