Racchiuso in una frase:
Abitavo al manicomio. Ero giovane e solo. Conducevo la stessa vita dei matti. La mattina parlavo con loro, il dopopranzo lo stesso. La sera in biblioteca rovistavo tra pagine recenti e antiche. Sopra di me aleggiava la dittatura. Per consolazione avevo la psichiatria. Rumina e rimugina, dona l'alba della vita, qualche idea giunge, personale convinzione, innocente conquista. Nei trattati di psichiatria di quel tempo con sicumera si proclamava che le malattie mentali si dividevano in due grossi blocchi: "Quelle dell'affetto. Quelle dell'intelletto." Nell'accensione del giovanile furore mi era sorta la sicurezza che non era vero. Le malattie psichiatriche sono quelle dell'intelletto. I sentimenti erano e rimanevano puri, indenni, non viziabili. All'invasione di una malattia mentale i sentimenti si ritirano, come in esilio; se ne vanno in una loro misteriosa e intoccabile isola, pronti a tornare appena l'alterazione mentale si è estinta. (p. 166)
Edizione utilizzata:
Mario TOBINO, Per le antiche scale. Una storia, Mondadori Milano 1972.
Dove trovare il libro:
Può essere ordinato in formato cartaceo nelle maggiori librerie fisiche e nelle librerie online (ibs.it, bookdealer.it, mondadoristore.it)
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