Chi ha avuto la fortuna di visitare Terracina è rimasto sicuramente affascinato da uno spettacolo che la natura dona: il mare, la montagna, le isole. La bellezza di una città entra nel cuore e smuove sentimenti e sensazioni. Il pesciolino che faceva la verticale, opera prima del terracinese Alberto Di Pinto, è un viaggio nei sentimenti umani. Racconta il percorso che un giovane uomo compie per trovare l’Amore, quello con la maiuscola. Si entra in questa cattedrale di sentimenti, si percorre la navata e si viene illuminati dalle vetrate, che diffondono luce sul lettore: Ludovica, l’amore passionale; Giulia, l’amore avvolgente; Serena, l’amore disinteressato. Di fronte, svetta il luminoso rosone centrale, che racchiude tutte le altre vetrate e pervade con la sua luce tutta la storia raccontata in questo libro. La scrittura è limpida e scorrevole, le citazioni da altre opere spaziano dall’arte visiva alla musica fino alla letteratura, senza tralasciare anche citazioni pop. La storia è ben costruita e i colpi di scena non mancano. È un libro che si legge tutto d’un fiato e che lascia nel lettore un sapore di dolce malinconia.
Giudizio: imperdibile
Se fosse cibo:
Un croissant fresco e fragrante: per iniziare una nuova giornata, guardando i raggi del sole che illuminano il cielo
Racchiuso in una frase:
In quei giorni avevo riscoperto la dolce malinconia di provare una sensazione di mancanza. Prima di lei c'era solo il rassicurante piacere per l'assenza di chiunque. Vivevo nel pacioso equilibrio della solitudine, meno di uno del resto non si può diventare, c'era poco da perdere. Ma ora più si faceva viva, più mancava dopo, facendo vacillare la mia solitaria stabilità. (p. 20)
Edizione utilizzata:
Alberto DI PINTO, Il pesciolino che faceva la verticale, La dieresi, Roma 2014.
Dove trovare il libro:
E’ possibile reperirlo attraverso la pagina facebook dell'autore.
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